Una soluzione "di favore" per l'insider di se stesso: la rule of lenity quale criterio di risoluzione dei casi difficili

La quinta sezione penale della Corte di cassazione ha deciso, in una pronuncia “senza precedenti”, di estendere in via interpretativa l’applicazione del reato di cui all’art. 184 T.U.F., alla sottofattispecie dell’insider di se stesso. L’analisi di tale intervento ermeneutico consente di vagliare l’assetto attuale della “nuova” legalità penale e i limiti che occorre stabilire nella prospettiva costituzionale del nullum crimen. A maggior ragione per i casi difficili, gli studi comparati offrono interessanti spunti di riflessione sul contributo che i canoni interpretativi, orientati al favor libertatis, possono assicurare nella prospettiva di un ritrovato equilibrio tra giudice e legislatore, che agevoli la prevedibilità della qualificazione dei fatti penalmente rilevanti.