Il contributo si occupa di un tema poco indagato nel panorama delle ricerche italiane ed europee, quello della disabilità e della migrazione; su questo tema “intrecciato” la ricerca si pone come una delle prime a livello europeo. Dai primi dati della ricerca e da una prima analisi del materiale qualitativo e quantitativo, emerge: da parte degli insegnanti, la difficoltà di comunicazione e di coinvolgimento delle famiglie dovuta a rapporti frettolosi (necessità di mediatori culturali e di tempo), a fronte di una discreta/buona collaborazione quando vi é coinvolgimento; da parte dei genitori, l’enorme difficoltà nella quotidiana accessibilità (case inadeguate ecc.); la non curanza di alcune realtà (questura, servizi, comune ecc.) a informarli correttamente e tempestivamente sui loro diritti; la totale assenza di qualunque aiuto - ad eccezione della scuola - quando i genitori si trovano in situazioni drammatiche; lo scarsissimo feeling con gli assistenti sociali; il fatalismo del destino del figlio che attenua il senso di colpa, senza connotarsi di progettualità; da parte dei professionisti, la necessità che i genitori possano contare su una figura di riferimento (case-manager) presente sul territorio e su reti parentali e amicali culturalmente affini e/o meticciate; la rappresentazione di genitori in difficoltà per scarsa chiarezza nelle comunicazioni, a fronte di un’immediata accettazione di sostegni. Da questa prima parziale lettura, la scuola risulta la realtà maggiormente in grado di corrispondere ai bisogni delle famiglie, accogliendole; ciò viene confermato dagli stessi insegnanti che richiedono, però, un maggior supporto dei servizi territoriali, anche riguardo all’ampliamento della partecipazione delle famiglie migranti (con la presenza di mediatori culturali).
Caldin R., Argiropoulos D., Dainese R. (2010). Genitori migranti e figli con disabilità Le rappresentazioni dei professionisti e le percezioni delle famiglie. RICERCHE DI PEDAGOGIA E DIDATTICA, 5(1), 1-38 [10.6092/issn.1970-2221/1740].
Genitori migranti e figli con disabilità Le rappresentazioni dei professionisti e le percezioni delle famiglie
CALDIN, ROBERTA;ARGIROPOULOS, DIMITRIS;DAINESE, ROBERTO
2010
Abstract
Il contributo si occupa di un tema poco indagato nel panorama delle ricerche italiane ed europee, quello della disabilità e della migrazione; su questo tema “intrecciato” la ricerca si pone come una delle prime a livello europeo. Dai primi dati della ricerca e da una prima analisi del materiale qualitativo e quantitativo, emerge: da parte degli insegnanti, la difficoltà di comunicazione e di coinvolgimento delle famiglie dovuta a rapporti frettolosi (necessità di mediatori culturali e di tempo), a fronte di una discreta/buona collaborazione quando vi é coinvolgimento; da parte dei genitori, l’enorme difficoltà nella quotidiana accessibilità (case inadeguate ecc.); la non curanza di alcune realtà (questura, servizi, comune ecc.) a informarli correttamente e tempestivamente sui loro diritti; la totale assenza di qualunque aiuto - ad eccezione della scuola - quando i genitori si trovano in situazioni drammatiche; lo scarsissimo feeling con gli assistenti sociali; il fatalismo del destino del figlio che attenua il senso di colpa, senza connotarsi di progettualità; da parte dei professionisti, la necessità che i genitori possano contare su una figura di riferimento (case-manager) presente sul territorio e su reti parentali e amicali culturalmente affini e/o meticciate; la rappresentazione di genitori in difficoltà per scarsa chiarezza nelle comunicazioni, a fronte di un’immediata accettazione di sostegni. Da questa prima parziale lettura, la scuola risulta la realtà maggiormente in grado di corrispondere ai bisogni delle famiglie, accogliendole; ciò viene confermato dagli stessi insegnanti che richiedono, però, un maggior supporto dei servizi territoriali, anche riguardo all’ampliamento della partecipazione delle famiglie migranti (con la presenza di mediatori culturali).File | Dimensione | Formato | |
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