Il cavolfiore è una coltura ampiamente diffusa in Italia ed in particolare nelle Marche dove vengono coltivati diversi ecotipi locali in regime biologico. La presente ricerca è incentrata su un quadro fitopatologico caratterizzante l’agricoltura del territorio marchigiano: l’alternariosi del cavolfiore indotta da Alternaria brassicicola. A seguito della pubblicazione del Reg. (CE) 473 del 2002, che limita l’impiego del rame in agricoltura biologica in quanto fitotossico, è stata valutata l’efficacia di trattamenti estremamente diluiti e di composti naturali sul contenimento dell’alternariosi in cavolfiore. E’ stato effettuato uno screening preliminare per valutare l’efficacia di diversi trattamenti in prove in vitro: si è ottenuta una inibizione significativa della germinazione delle spore fungine con alcuni dei trattamenti saggiati, che sono poi stati scelti per la successiva prova di campo. Per tale prova, piante di Brassica oleracea L. cultivar clx 33247 sono state trapiantate allo stadio di tre foglie vere; il campo era suddiviso in 20 parcelle (4 repliche per trattamento e 6 piante per parcella) secondo uno schema a blocchi randomizzato e i trattamenti scelti sulla base del precedente screening sono stati: triossido di arsenico ultradiluito e dinamizzato (As2O3 dH 35), bentonite (10 g/l), acido ß-aminobutirrico (BABA, 5mM), H2O (controllo negativo) e ossicloruro di rame (Cu 3 g/l, controllo positivo). Nonostante non si sia verificata l’infezione fungina spontanea a causa di condizioni ambientali sfavorevoli, si sono potuti raccogliere dati di tipo agronomico e morfologico, che hanno mostrato alcune significative differenze tra trattati e controlli. Infine i cavolfiori ottenuti nella prova di campo sono stati caratterizzati da un punto di vista quali-quantitativo (analisi HPLC-DAD e dosaggio spettrofotometrico) per quanto riguarda il contenuto in glucosinolati, metaboliti secondari importanti sia come composti di difesa della pianta sia a livello nutraceutico, come plant food protection agents (PFPA). Dalle analisi è emerso che As2O3 dH 35 ha indotto un incremento nella sintesi dei glucosinolati rispetto al controllo. La sperimentazione condotta sembra evidenziare la possibilità di utilizzare alcuni dei trattamenti saggiati come integrazione ai sali di rame per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile; sono comunque in corso ulteriori studi per confermare i risultati ottenuti.

Betti L., Trebbi G., Marotti I., Bregola V., Bosi S., Di Silvestro R., et al. (2009). Cavolfiore (Brassica oleracea L.) coltivato in regime biologico: valutazione fitopatologica e nutraceutica.. FIRENZE (ITALIA) : Bindi M..

Cavolfiore (Brassica oleracea L.) coltivato in regime biologico: valutazione fitopatologica e nutraceutica.

BETTI, LUCIETTA;TREBBI, GRAZIA;MAROTTI, ILARIA;BREGOLA, VALERIA;BOSI, SARA;DI SILVESTRO, RAFFAELLA;DINELLI, GIOVANNI
2009

Abstract

Il cavolfiore è una coltura ampiamente diffusa in Italia ed in particolare nelle Marche dove vengono coltivati diversi ecotipi locali in regime biologico. La presente ricerca è incentrata su un quadro fitopatologico caratterizzante l’agricoltura del territorio marchigiano: l’alternariosi del cavolfiore indotta da Alternaria brassicicola. A seguito della pubblicazione del Reg. (CE) 473 del 2002, che limita l’impiego del rame in agricoltura biologica in quanto fitotossico, è stata valutata l’efficacia di trattamenti estremamente diluiti e di composti naturali sul contenimento dell’alternariosi in cavolfiore. E’ stato effettuato uno screening preliminare per valutare l’efficacia di diversi trattamenti in prove in vitro: si è ottenuta una inibizione significativa della germinazione delle spore fungine con alcuni dei trattamenti saggiati, che sono poi stati scelti per la successiva prova di campo. Per tale prova, piante di Brassica oleracea L. cultivar clx 33247 sono state trapiantate allo stadio di tre foglie vere; il campo era suddiviso in 20 parcelle (4 repliche per trattamento e 6 piante per parcella) secondo uno schema a blocchi randomizzato e i trattamenti scelti sulla base del precedente screening sono stati: triossido di arsenico ultradiluito e dinamizzato (As2O3 dH 35), bentonite (10 g/l), acido ß-aminobutirrico (BABA, 5mM), H2O (controllo negativo) e ossicloruro di rame (Cu 3 g/l, controllo positivo). Nonostante non si sia verificata l’infezione fungina spontanea a causa di condizioni ambientali sfavorevoli, si sono potuti raccogliere dati di tipo agronomico e morfologico, che hanno mostrato alcune significative differenze tra trattati e controlli. Infine i cavolfiori ottenuti nella prova di campo sono stati caratterizzati da un punto di vista quali-quantitativo (analisi HPLC-DAD e dosaggio spettrofotometrico) per quanto riguarda il contenuto in glucosinolati, metaboliti secondari importanti sia come composti di difesa della pianta sia a livello nutraceutico, come plant food protection agents (PFPA). Dalle analisi è emerso che As2O3 dH 35 ha indotto un incremento nella sintesi dei glucosinolati rispetto al controllo. La sperimentazione condotta sembra evidenziare la possibilità di utilizzare alcuni dei trattamenti saggiati come integrazione ai sali di rame per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile; sono comunque in corso ulteriori studi per confermare i risultati ottenuti.
2009
Atti XXXVIII Convegno SIA
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Betti L., Trebbi G., Marotti I., Bregola V., Bosi S., Di Silvestro R., et al. (2009). Cavolfiore (Brassica oleracea L.) coltivato in regime biologico: valutazione fitopatologica e nutraceutica.. FIRENZE (ITALIA) : Bindi M..
Betti L.; Trebbi G.; Marotti I.; Bregola V.; Bosi S.; Di Silvestro R.; Dinelli G.
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