La ricerca è stata condotta su 288 conigli alimentati, nella fase finale del periodo di accrescimento (55-81d di età), con una dieta commerciale (C) o diete contenenti il 3, 6 e 9% di semi integrali di lino (L3, L6 e L9). I semi di girasole sono stati impiegati per la sostituzione del lino (6, 3 e 0% in L3, L6 e L9). Per la valutazione qualitativa delle carni (muscolo L. lumborum e muscoli dell’arto posteriore) sono state determinate le perdite di cottura, il tenore in lipidi, la composizione in acidi grassi ed il TBARS sia su campioni di carne non macinata che su campioni di carne macinata (hamburger). L’impiego dei semi di lino ha determinato un minor contenuto di acidi grassi saturi ed un maggiore tenore di PUFA delle carni (P<0,01). Il contenuto in PUFA n-3 ha presentato valori crescenti passando dal gruppo C ad L3, L6 e L9 (P<0,01), in ragione dell’aumento di acido α-linolenico che ha inoltre comportato la riduzione del rapporto PUFA n-6/n-3. Gli hamburger L6 ed L9 hanno mostrato valori superiori di TBARS rispetto ad L3 e C. Infine, le perdite di cottura degli hamburger sono risultate minori nel gruppo C, intermedie nel gruppo L3 e maggiori in L6 ed L9 (P<0,01). Al contrario, le perdite di cottura ed il TBARS del muscolo L. lumborum non hanno presentato differenze significative. Nel complesso è stato riscontrato che l’impiego del 3% di semi di lino consente di ottenere sia l’arricchimento delle carni con acido α-linolenico che il mantenimento delle caratteristiche qualitative dei prodotti.
Influenza dell’impiego di semi integrali di lino in diete per conigli sulle caratteristiche qualitative delle carni / Bianchi M.; Petracci M.; Cavani C.. - STAMPA. - (2007), pp. 159-159. (Intervento presentato al convegno Giornate di Coniglicoltura ASIC 2007, tenutosi a Forlì nel 26-27 Settembre 2007).
Influenza dell’impiego di semi integrali di lino in diete per conigli sulle caratteristiche qualitative delle carni
BIANCHI, MAURIZIO;PETRACCI, MASSIMILIANO;CAVANI, CLAUDIO
2007
Abstract
La ricerca è stata condotta su 288 conigli alimentati, nella fase finale del periodo di accrescimento (55-81d di età), con una dieta commerciale (C) o diete contenenti il 3, 6 e 9% di semi integrali di lino (L3, L6 e L9). I semi di girasole sono stati impiegati per la sostituzione del lino (6, 3 e 0% in L3, L6 e L9). Per la valutazione qualitativa delle carni (muscolo L. lumborum e muscoli dell’arto posteriore) sono state determinate le perdite di cottura, il tenore in lipidi, la composizione in acidi grassi ed il TBARS sia su campioni di carne non macinata che su campioni di carne macinata (hamburger). L’impiego dei semi di lino ha determinato un minor contenuto di acidi grassi saturi ed un maggiore tenore di PUFA delle carni (P<0,01). Il contenuto in PUFA n-3 ha presentato valori crescenti passando dal gruppo C ad L3, L6 e L9 (P<0,01), in ragione dell’aumento di acido α-linolenico che ha inoltre comportato la riduzione del rapporto PUFA n-6/n-3. Gli hamburger L6 ed L9 hanno mostrato valori superiori di TBARS rispetto ad L3 e C. Infine, le perdite di cottura degli hamburger sono risultate minori nel gruppo C, intermedie nel gruppo L3 e maggiori in L6 ed L9 (P<0,01). Al contrario, le perdite di cottura ed il TBARS del muscolo L. lumborum non hanno presentato differenze significative. Nel complesso è stato riscontrato che l’impiego del 3% di semi di lino consente di ottenere sia l’arricchimento delle carni con acido α-linolenico che il mantenimento delle caratteristiche qualitative dei prodotti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
