Essendo una fonte energetica di facile trasporto ed utilizzo, l’energia elettrica è un bene ormai così largamente diffuso, che la sua mancata fornitura arreca notevoli disagi e danni economici agli utenti privati e al mondo industriale, di cui produttori e gestori delle reti sono chiamati a rispondere; ne sia prova il fatto che l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas ha recentemente stabilito ingenti sanzioni per la mancata fornitura di energia elettrica agli utenti, incentivando quindi gli investimenti dei gestori e proprietari delle reti di trasmissione e distribuzione volti a migliorare la continuità di servizio. Pertanto, è fondamentale scongiurare la possibilità che eventi rovinosi come il black-out del 28 settembre 2003 abbiano a ripetersi; per conseguire tale obiettivo, vista la complessità e criticità dei sistemi elettrici interconnessi (enfatizzata dalla progressiva liberalizzazione e globalizzazione del mercato dell’energia elettrica), occorre uno sforzo congiunto da parte di tutti i soggetti coinvolti nel problema (ovvero produttori, gestori e proprietari delle reti di trasmissione, enti di distribuzione, autorità competenti, etc.), per migliorare la comprensione dei fenomeni dinamici che avvengono nei sistemi elettrici. Da questo punto di vista, è essenziale analizzare in dettaglio proprio eventi di grande impatto come il black-out del 28 settembre 2003, poiché come sempre tali eventi, oltre alla loro intrinseca valenza “negativa”, costituiscono nel contempo un’impareggiabile opportunità di ulteriore conoscenza e comprensione, e quindi forniscono una lezione esemplare su come individuarne le cause e quindi impedire che si verifichino, o limitarne le conseguenze. E’ ragionevole quindi chiedersi cosa non abbia funzionato la notte del 28 settembre 2003 nel Piano di Difesa del sistema elettrico italiano, visto che il black-out si è propagato in poche decine di secondi coinvolgendo la quasi totalità del territorio nazionale, senza che si riuscisse a riportare in equilibrio il sistema. Tale argomento è stato ampiamente dibattuto in sede tecnica dai soggetti a vario titolo coinvolti nel black-out, nonché dagli esperti del settore, che hanno analizzato in grande dettaglio l’evolversi della situazione e i diversi fattori che hanno concorso a determinare gli eventi. I risultati di tali analisi sono riportati in numerosi articoli apparsi nella letteratura scientifica, qui omessi per brevità. Nel presente lavoro ci si è riferiti al “Rapporto della commissione di indagine ministeriale sul black-out del sistema elettrico italiano del 28 settembre 2003” come base per una ricostruzione sintetica dei principali accadimenti che hanno portato in instabilità il sistema elettrico italiano (vedi paragrafo seguente); tale rapporto, unitamente ad alcuni recenti studi e pubblicazioni tecniche del GRTN, ha anche fornito la base per la discussione delle possibili soluzioni atte a impedire che un black-out di tale portata possa ripetersi (vedi paragrafo successivo). Le conclusioni che se ne possono trarre chiudono la trattazione.

L’Italia e i blackout: la lezione del 28 settembre 2003

FABIANI, DAVIDE;MAZZANTI, GIOVANNI;BISERNI, CESARE
2005

Abstract

Essendo una fonte energetica di facile trasporto ed utilizzo, l’energia elettrica è un bene ormai così largamente diffuso, che la sua mancata fornitura arreca notevoli disagi e danni economici agli utenti privati e al mondo industriale, di cui produttori e gestori delle reti sono chiamati a rispondere; ne sia prova il fatto che l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas ha recentemente stabilito ingenti sanzioni per la mancata fornitura di energia elettrica agli utenti, incentivando quindi gli investimenti dei gestori e proprietari delle reti di trasmissione e distribuzione volti a migliorare la continuità di servizio. Pertanto, è fondamentale scongiurare la possibilità che eventi rovinosi come il black-out del 28 settembre 2003 abbiano a ripetersi; per conseguire tale obiettivo, vista la complessità e criticità dei sistemi elettrici interconnessi (enfatizzata dalla progressiva liberalizzazione e globalizzazione del mercato dell’energia elettrica), occorre uno sforzo congiunto da parte di tutti i soggetti coinvolti nel problema (ovvero produttori, gestori e proprietari delle reti di trasmissione, enti di distribuzione, autorità competenti, etc.), per migliorare la comprensione dei fenomeni dinamici che avvengono nei sistemi elettrici. Da questo punto di vista, è essenziale analizzare in dettaglio proprio eventi di grande impatto come il black-out del 28 settembre 2003, poiché come sempre tali eventi, oltre alla loro intrinseca valenza “negativa”, costituiscono nel contempo un’impareggiabile opportunità di ulteriore conoscenza e comprensione, e quindi forniscono una lezione esemplare su come individuarne le cause e quindi impedire che si verifichino, o limitarne le conseguenze. E’ ragionevole quindi chiedersi cosa non abbia funzionato la notte del 28 settembre 2003 nel Piano di Difesa del sistema elettrico italiano, visto che il black-out si è propagato in poche decine di secondi coinvolgendo la quasi totalità del territorio nazionale, senza che si riuscisse a riportare in equilibrio il sistema. Tale argomento è stato ampiamente dibattuto in sede tecnica dai soggetti a vario titolo coinvolti nel black-out, nonché dagli esperti del settore, che hanno analizzato in grande dettaglio l’evolversi della situazione e i diversi fattori che hanno concorso a determinare gli eventi. I risultati di tali analisi sono riportati in numerosi articoli apparsi nella letteratura scientifica, qui omessi per brevità. Nel presente lavoro ci si è riferiti al “Rapporto della commissione di indagine ministeriale sul black-out del sistema elettrico italiano del 28 settembre 2003” come base per una ricostruzione sintetica dei principali accadimenti che hanno portato in instabilità il sistema elettrico italiano (vedi paragrafo seguente); tale rapporto, unitamente ad alcuni recenti studi e pubblicazioni tecniche del GRTN, ha anche fornito la base per la discussione delle possibili soluzioni atte a impedire che un black-out di tale portata possa ripetersi (vedi paragrafo successivo). Le conclusioni che se ne possono trarre chiudono la trattazione.
2005
D. Fabiani; G. Mazzanti; C. Biserni
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/24492
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact