L’articolo mette in relazione le diverse versioni dell’opera di Cesare Beccaria con le sue traduzioni e la sua fortuna europea: la traduzione francese del 1766 di André Morellet, uscita contemporaneamente all’edizione livornese (la Harlem) infatti presentava interventi significativi rispetto al testo italiano, giustificati dal traduttore come condizione necessaria per una sua maggiore diffusione europea. Il nuovo ordine della traduzione francese divenne in seguito di riferimento anche per le successive edizioni italiane, avvallate dallo stesso Beccaria, e le numerose traduzioni privilegiarono questa nuova versione dell’opera (la vulgata), salvo alcune eccezioni molto significative, fra le quali le prime spagnole: quella del 1774 di Juan Antonio de Las Casas e quella del 1821 di Juan Rivera. Il confronto fra la Harlem e la vulgata illustra l’adattamento dell’opera verso il genere testuale del trattato, facendo però venire meno lo slancio passionale dell’originale, che lo avvicina ad un testo militante. Non è un caso che Rivera, visto l’intenzione pragmatica e “politica” della sua traduzione, che si iscrive nel tumultuoso periodo liberale spagnolo (1820–1823), non abbia dubbi nello scegliere come testo fonte la Harlem, pur avendo ben presente anche la traduzione francese. Si vedranno infine alcune strategie traduttive di quest’ultimo, mirate ad ottenere un testo più fruibile per il pubblico di riferimento, così come anticipato nel prologo del traduttore
Tonin, R., Gatta, F. (2025). Ancora su "Dei delitti e delle pene" e le sue traduzioni. ITALICA BELGRADENSIA, 1, 7-30.
Ancora su "Dei delitti e delle pene" e le sue traduzioni
Raffaella Tonin
;Francesca Gatta
2025
Abstract
L’articolo mette in relazione le diverse versioni dell’opera di Cesare Beccaria con le sue traduzioni e la sua fortuna europea: la traduzione francese del 1766 di André Morellet, uscita contemporaneamente all’edizione livornese (la Harlem) infatti presentava interventi significativi rispetto al testo italiano, giustificati dal traduttore come condizione necessaria per una sua maggiore diffusione europea. Il nuovo ordine della traduzione francese divenne in seguito di riferimento anche per le successive edizioni italiane, avvallate dallo stesso Beccaria, e le numerose traduzioni privilegiarono questa nuova versione dell’opera (la vulgata), salvo alcune eccezioni molto significative, fra le quali le prime spagnole: quella del 1774 di Juan Antonio de Las Casas e quella del 1821 di Juan Rivera. Il confronto fra la Harlem e la vulgata illustra l’adattamento dell’opera verso il genere testuale del trattato, facendo però venire meno lo slancio passionale dell’originale, che lo avvicina ad un testo militante. Non è un caso che Rivera, visto l’intenzione pragmatica e “politica” della sua traduzione, che si iscrive nel tumultuoso periodo liberale spagnolo (1820–1823), non abbia dubbi nello scegliere come testo fonte la Harlem, pur avendo ben presente anche la traduzione francese. Si vedranno infine alcune strategie traduttive di quest’ultimo, mirate ad ottenere un testo più fruibile per il pubblico di riferimento, così come anticipato nel prologo del traduttoreI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


