Il diritto del pubblico dipendente a un’indennità finanziaria per ferie non godute

The Court of Justice, with this judgment, confirms that the EU fundamental right of paid annual leave precludes an Italian law which prohibits the payment to a civil servant of an allowance when that worker voluntarily terminates the employment relationship. Prohibiting the monetization of the four weeks of leave ensures that workers effectively enjoy their days of rest. At the end of the employment relationship, however, this actual enjoyment is not anymore possible, and the Working Time Directive grants to workers an allowance instead. Indeed, from the right of paid annual leave stems also the right to an allowance in lieu of days of leave not taken. This paper reconstructs the relevant Court of Justice case-law and analyzes the judicial reasoning of the judgment in question. Budgetary constraints and organizational needs of the public sector employer would have deserved greater attention by the Luxembourg judges. At this point, time is ripe for upholding social rights not just neglecting, but coping with, the contradictory policies of the European Union.

La Corte di giustizia, con la sentenza in esame, fornisce un’interpretazione del diritto fondamentale alle ferie retribuite che è incompatibile con la normativa italiana che vieta la monetizzazione dei riposi annuali non goduti alla cessazione del rapporto di lavoro per i pubblici dipendenti. Il divieto di monetizzare le quattro settimane di ferie in corso di rapporto rappresenta un presidio a tutela del lavoratore affinché fruisca del riposo in maniera effettiva. Tuttavia, al venir meno del rapporto, questo godimento reale delle ferie diventa impossibile. Di conseguenza, la direttiva prevede un’indennità finanziaria come forma di tutela patrimoniale nel caso in cui il riposo sia violato, e configura l’indennità come diritto connaturato al riposo annuale. Il presente contributo ricostruisce gli aspetti salienti della giurisprudenza della Corte di giustizia in materia di ferie e analizza il ragionamento sviluppato dai giudici nella sentenza. Il condivisibile tentativo della pronuncia di valorizzare i diritti sociali avrebbe però richiesto un confronto più approfondito con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni e con il rispetto dei vincoli di bilancio, profili non adeguatamente considerati dall’argomentazione dei giudici del Lussemburgo.