Il rapporto tra il Pci e la filosofia è stato tutt’altro che estrinseco. La cultura politica del Partito, dei suoi quadri dirigenti come di molte e molti militanti, si è sempre nutrita di letture filosofiche: Marx, Gramsci e Labriola, ma anche autori più eterodossi, come Sartre o Lukács. Molte filosofe e filosofi italiani sono stati intellettuali organici nel Partito o con esso hanno dialogato e polemizzato. A propria volta, il Pci si è sempre mostrato attento ad agire sul piano culturale in campo filosofico, esprimendo una propria soggettività teorica. Questo in quanto il rapporto tra il Pci e la filosofia è stato immanente e, soprattutto, necessario. La filosofia rappresenta infatti un sapere essenziale per una forza come quella del Pci tesa alla ridefinizione radicale delle condizioni sociali esistenti. Una relazione nella quale avviene un inveramento e un superamento della stessa filosofia, nel tentativo di rendere realtà concreta ciò che fino a quel momento era stato solo pensato. Nella consapevolezza che senza dimensione ideale sia impossibile una politica rivoluzionaria e che, parimenti, le maglie della politica – nelle quali il cambiamento trova il proprio esclusivo campo d’esistenza e solo nelle quali le idee assumono spessore e dinamicità storica – siano più strette e di altra natura di quelle della filosofia.
Matteo Cavalleri, Francesco Cerrato (2024). La battaglia delle idee. Il Partito comunista italiano e la filosofia nel secondo dopoguerra. Roma : Luca Sossella Editore.
La battaglia delle idee. Il Partito comunista italiano e la filosofia nel secondo dopoguerra
Matteo Cavalleri
;Francesco Cerrato
2024
Abstract
Il rapporto tra il Pci e la filosofia è stato tutt’altro che estrinseco. La cultura politica del Partito, dei suoi quadri dirigenti come di molte e molti militanti, si è sempre nutrita di letture filosofiche: Marx, Gramsci e Labriola, ma anche autori più eterodossi, come Sartre o Lukács. Molte filosofe e filosofi italiani sono stati intellettuali organici nel Partito o con esso hanno dialogato e polemizzato. A propria volta, il Pci si è sempre mostrato attento ad agire sul piano culturale in campo filosofico, esprimendo una propria soggettività teorica. Questo in quanto il rapporto tra il Pci e la filosofia è stato immanente e, soprattutto, necessario. La filosofia rappresenta infatti un sapere essenziale per una forza come quella del Pci tesa alla ridefinizione radicale delle condizioni sociali esistenti. Una relazione nella quale avviene un inveramento e un superamento della stessa filosofia, nel tentativo di rendere realtà concreta ciò che fino a quel momento era stato solo pensato. Nella consapevolezza che senza dimensione ideale sia impossibile una politica rivoluzionaria e che, parimenti, le maglie della politica – nelle quali il cambiamento trova il proprio esclusivo campo d’esistenza e solo nelle quali le idee assumono spessore e dinamicità storica – siano più strette e di altra natura di quelle della filosofia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.