La commistione di fatto e finzione nei testi dell’estremo contemporaneo, sottoposti alla pressione e alle opportunità presentate dal paesaggio mediale odierno, rende necessario interrogarsi una volta di più sulla letteratura mista di storia, o di cronaca, e di invenzione. Non è infatti un caso che si torni sulla questione, dal momento che oggi il testo letterario è sempre più esposto a contaminazioni con altri media, a partire dai colti o coltissimi iconotesti, spesso autofinzionali e memoriali, dove il ricorso alle immagini è sovente complesso, metafigurativo, proteso verso l’ipermedialità, pur restando entro i confini del libro, fino all’apertura del romanzo a espansioni narrative che vanno ben oltre il consueto adattamento cinematografico, a riusi più o meno autorizzati, alle imprese di scrittura collettiva in rete, o ancora a un vero e proprio processo di worldbuilding, che attraversa più media e viene fruito su diverse piattaforme. In questo ecosistema mediale, la relazione tra fatto e finzione è destinata a complicarsi in modalità specifiche, poiché la nozione stessa di realtà è più complessa e controversa, non soltanto perché «è reale ciò che la comunicazione diffonde come tale» 1, ma anche per l’ormai evidente circostanza che le nostre vite sono stabilmente connesse attraverso la dimensione virtuale dei social network. In questo quadro, il contributo riflette sulle sorti della "letteratura dell'impegno", che ambisce a modificare le convinzioni del lettore sui fatti, attraverso la finzione.
Giuliana Benvenuti (2024). FINZIONE E IMPEGNO NELLA LETTERATURA DELL’ESTREMO CONTEMPORANEO. ETS.
FINZIONE E IMPEGNO NELLA LETTERATURA DELL’ESTREMO CONTEMPORANEO
Giuliana Benvenuti
2024
Abstract
La commistione di fatto e finzione nei testi dell’estremo contemporaneo, sottoposti alla pressione e alle opportunità presentate dal paesaggio mediale odierno, rende necessario interrogarsi una volta di più sulla letteratura mista di storia, o di cronaca, e di invenzione. Non è infatti un caso che si torni sulla questione, dal momento che oggi il testo letterario è sempre più esposto a contaminazioni con altri media, a partire dai colti o coltissimi iconotesti, spesso autofinzionali e memoriali, dove il ricorso alle immagini è sovente complesso, metafigurativo, proteso verso l’ipermedialità, pur restando entro i confini del libro, fino all’apertura del romanzo a espansioni narrative che vanno ben oltre il consueto adattamento cinematografico, a riusi più o meno autorizzati, alle imprese di scrittura collettiva in rete, o ancora a un vero e proprio processo di worldbuilding, che attraversa più media e viene fruito su diverse piattaforme. In questo ecosistema mediale, la relazione tra fatto e finzione è destinata a complicarsi in modalità specifiche, poiché la nozione stessa di realtà è più complessa e controversa, non soltanto perché «è reale ciò che la comunicazione diffonde come tale» 1, ma anche per l’ormai evidente circostanza che le nostre vite sono stabilmente connesse attraverso la dimensione virtuale dei social network. In questo quadro, il contributo riflette sulle sorti della "letteratura dell'impegno", che ambisce a modificare le convinzioni del lettore sui fatti, attraverso la finzione.File | Dimensione | Formato | |
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