Per Israele, e per la stragrande maggioranza dei media in particolare nei paesi europei e nordamericani, Gaza pare non avere una storia prima del 7 ottobre 2023, come se la chiusura ermetica e l’assedio cui è sottoposta da quasi due decenni possano confinare la striscia in uno spazio-tempo di assenza, al di fuori della storia o – per usare un’altra metafora – come una prigione di cui si sono buttate via le chiavi augurandosi che i prigionieri scompaiano nell’oblio. Tuttavia, non si può capire il 7 ottobre e tutto ciò che ne è seguito, se non allargando lo sguardo attraverso il tempo e lo spazio. Si badi, non si tratta qui di scandagliare il passato e il presente al solo fine di attribuire responsabilità, nonostante quest’ultimo sia un passo fondamentale per dare senso e offrire qualche minima riparazione emotiva e giuridica alle vittime e ai sopravvissuti di entrambe le parti. Questo sarà il compito della Corte penale di giustizia e del diritto internazionale. Per ora, collocare gli eventi in una cornice interpretativa storica è la precondizione per immaginare come uscire da questa spirale nella direzione di una giustizia risolutiva e riparativa per la popolazione palestinese
R.Salih (2024). Gaza. Disumanizzazione e ottimismo della disperazione, 112, 20-25.
Gaza. Disumanizzazione e ottimismo della disperazione
R. Salih
2024
Abstract
Per Israele, e per la stragrande maggioranza dei media in particolare nei paesi europei e nordamericani, Gaza pare non avere una storia prima del 7 ottobre 2023, come se la chiusura ermetica e l’assedio cui è sottoposta da quasi due decenni possano confinare la striscia in uno spazio-tempo di assenza, al di fuori della storia o – per usare un’altra metafora – come una prigione di cui si sono buttate via le chiavi augurandosi che i prigionieri scompaiano nell’oblio. Tuttavia, non si può capire il 7 ottobre e tutto ciò che ne è seguito, se non allargando lo sguardo attraverso il tempo e lo spazio. Si badi, non si tratta qui di scandagliare il passato e il presente al solo fine di attribuire responsabilità, nonostante quest’ultimo sia un passo fondamentale per dare senso e offrire qualche minima riparazione emotiva e giuridica alle vittime e ai sopravvissuti di entrambe le parti. Questo sarà il compito della Corte penale di giustizia e del diritto internazionale. Per ora, collocare gli eventi in una cornice interpretativa storica è la precondizione per immaginare come uscire da questa spirale nella direzione di una giustizia risolutiva e riparativa per la popolazione palestineseI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.