Un processo traduttivo interlinguistico si articola in tre fasi (crono-)logicamente sequenziali – anche se poi nella pratica effettiva non necessariamente ogni singola fase viene davvero conclusa prima di passare a quella successiva: 1) la comprensione del senso globale del testo di partenza, 2) l’individuazione dei problemi posti dal trasferimento di tale senso nella lingua d’arrivo, e 3) l’applicazione delle modalità necessarie per poter realizzare un testo d’arrivo ‘ben fatto’. La fase di traduzione più propriamente intesa è la seconda, mentre la terza ha chiaramente a che fare con procedure scrittorie non troppo dissimili da quelle che vengono (o almeno dovrebbero venire) messe in atto nella redazione di un testo originale; ma nella prospettiva qui adottata la fase cruciale è la prima, perché – detto nello stile delle Leggi di Murphy – “Se capisci l’originale traduci meglio”… Per guidare e facilitare la comprensione del senso globale del testo di partenza, si suggerisce una griglia analitica organizzata in quattro livelli: 1) il profilo generale del testo, 2) quello stilistico, 3) il profilo socio-professionale del(la lingua del) mittente, ed infine 4) quello delle conoscenze condivise dal destinatario, ovvero la cosiddetta background knowledge. Pur non sottovalutando gli altri livelli di analisi, in questo contributo mi concentro su quest’ultimo, perché riguarda il problema delle diverse enciclopedie coinvolte in un processo traduttivo: come minimo, e semplificando molto, quella del destinatario di partenza e quella del destinatario d’arrivo, con le loro varie possibili intersezioni, e poi quella di chi traduce – che dovrebbe ‘controllarle’ entrambe. Il senso di un testo è infatti il risultato di un processo di interpretazione, di ri-costruzione anche delle sue componenti implicite, che comporta la partecipazione attiva del destinatario con tutte le sue conoscenze in senso lato: ed allora chi traduce – destinatario atipico del testo di partenza, e mittente altrettanto atipico di quello d’arrivo – avrà il ruolo di mediatore/trice non solo linguistico/a ma anche, e forse soprattutto, culturale, proprio perché deve realizzare un testo che interagendo con il destinatario d’arrivo, con tutte le sue conoscenze, credenze ed aspettative, possa portare alla ri-costruzione di un senso il più possibile vicino al risultato dell’interpretazione del testo da parte del destinatario di partenza. Per illustrare queste problematiche, vengono presentati in modo esemplificativo un paio di casi di sfasatura tra sistemi di conoscenze, ipotizzando infine che i fattori di differenziazione delle enciclopedie coinvolte possano coincidere almeno in parte con (o essere analoghi al)le tipiche dimensioni della variazione sociolinguistica – in particolare per i parametri diatopici, diacronici e diastratici.

marco mazzoleni (2024). Su quali metriche misurare il Δ contenutistico ed ‘architettonico’ tra le diverse "background knowledges" dei destinatari del testo di partenza e del testo d’arrivo?. Bologna : Università di Bologna [Alma DL / AMS Acta].

Su quali metriche misurare il Δ contenutistico ed ‘architettonico’ tra le diverse "background knowledges" dei destinatari del testo di partenza e del testo d’arrivo?

marco mazzoleni
2024

Abstract

Un processo traduttivo interlinguistico si articola in tre fasi (crono-)logicamente sequenziali – anche se poi nella pratica effettiva non necessariamente ogni singola fase viene davvero conclusa prima di passare a quella successiva: 1) la comprensione del senso globale del testo di partenza, 2) l’individuazione dei problemi posti dal trasferimento di tale senso nella lingua d’arrivo, e 3) l’applicazione delle modalità necessarie per poter realizzare un testo d’arrivo ‘ben fatto’. La fase di traduzione più propriamente intesa è la seconda, mentre la terza ha chiaramente a che fare con procedure scrittorie non troppo dissimili da quelle che vengono (o almeno dovrebbero venire) messe in atto nella redazione di un testo originale; ma nella prospettiva qui adottata la fase cruciale è la prima, perché – detto nello stile delle Leggi di Murphy – “Se capisci l’originale traduci meglio”… Per guidare e facilitare la comprensione del senso globale del testo di partenza, si suggerisce una griglia analitica organizzata in quattro livelli: 1) il profilo generale del testo, 2) quello stilistico, 3) il profilo socio-professionale del(la lingua del) mittente, ed infine 4) quello delle conoscenze condivise dal destinatario, ovvero la cosiddetta background knowledge. Pur non sottovalutando gli altri livelli di analisi, in questo contributo mi concentro su quest’ultimo, perché riguarda il problema delle diverse enciclopedie coinvolte in un processo traduttivo: come minimo, e semplificando molto, quella del destinatario di partenza e quella del destinatario d’arrivo, con le loro varie possibili intersezioni, e poi quella di chi traduce – che dovrebbe ‘controllarle’ entrambe. Il senso di un testo è infatti il risultato di un processo di interpretazione, di ri-costruzione anche delle sue componenti implicite, che comporta la partecipazione attiva del destinatario con tutte le sue conoscenze in senso lato: ed allora chi traduce – destinatario atipico del testo di partenza, e mittente altrettanto atipico di quello d’arrivo – avrà il ruolo di mediatore/trice non solo linguistico/a ma anche, e forse soprattutto, culturale, proprio perché deve realizzare un testo che interagendo con il destinatario d’arrivo, con tutte le sue conoscenze, credenze ed aspettative, possa portare alla ri-costruzione di un senso il più possibile vicino al risultato dell’interpretazione del testo da parte del destinatario di partenza. Per illustrare queste problematiche, vengono presentati in modo esemplificativo un paio di casi di sfasatura tra sistemi di conoscenze, ipotizzando infine che i fattori di differenziazione delle enciclopedie coinvolte possano coincidere almeno in parte con (o essere analoghi al)le tipiche dimensioni della variazione sociolinguistica – in particolare per i parametri diatopici, diacronici e diastratici.
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UNESCO. Il patrimonio culturale e la diversità: lingue, traduzione e partecipazione
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marco mazzoleni (2024). Su quali metriche misurare il Δ contenutistico ed ‘architettonico’ tra le diverse "background knowledges" dei destinatari del testo di partenza e del testo d’arrivo?. Bologna : Università di Bologna [Alma DL / AMS Acta].
marco mazzoleni
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