Le sfide che stiamo affrontando sono impegnative e questa volta non si tratta di un luogo comune. Per la prima volta nella nostra storia evolutiva recente ci troviamo di fronte a problematiche potenzialmente pericolose per la civiltà, se non altro quella che abbiamo concepito in occidente dopo il secondo conflitto mondiale. Mi riferisco al problema ambientale e ai rischi insiti nelle potentissime tecnologie della cosiddetta intelligenza artificiale (I.A.). Scrivo questo breve intervento mentre l’Emilia-Romagna è colpita da un’alluvione terribile, ma che non stupisce nessuno di coloro che si occupano di questioni ambientali e cambiamento climatico avendo la sensazione di parlare al vento da decenni. Nelle stesse ore dall’altra parte dell’Atlantico, Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, il laboratorio di I.A. che ha messo a punto chatGPT, ha risposto davanti al Senato degli Stati Uniti al primo round di domande sul suo straordinario prodotto (provare per credere) in un’audizione svoltasi in un clima surreale: Democratici e Repubblicani si sono trovati d’accordo su tutto al punto che, pare, si sarebbero complimentati gli uni con gli altri per il clima collaborativo. Brutto segno, significa che le potenzialità di strumenti come chatGPT sono fantastiche e allo stesso tempo davvero pericolose: come e da chi sarà usato quel potere? Sarà sempre più facile, infatti, manipolare e orientare l’opinione pubblica in una direzione o in un’altra immettendo false notizie in rete sulle questioni più varie, politiche, economiche, sanitarie o altro, a seconda dei bisogni di singoli o gruppi. Una regolamentazione del settore è indispensabile, ma non basta. Ognuna-o di noi deve sapersi difendere. Ma come? Come orientarsi in questa nuova realtà, fatta di innalzamento delle temperature (e dunque di siccità che si alterna a inondazioni) e di I.A.? In altre parole, in una realtà allo stesso tempo naturale, digitale e politica. La storia ci può essere di qualche aiuto a orientarci in questo presente così complicato per le nostre capacità cognitive, per orientarlo verso un futuro possibile? Queste domande portano sul tavolo in primo luogo, a mio parere, temi relativi alla formazione delle nuove generazioni. Giovani che dovranno essere pronte-i per un lavoro soddisfacente per sé e per la comunità in termini di sostenibilità: una sostenibilità che dovrà davvero essere tale, cioè ambientale, tecnologica e sociale, oltre che economica. Ne va della nostra civiltà, se non della nostra sopravvivenza come specie. Il cosiddetto “green washing” ha fatto il suo tempo.

Govoni, P. (2023). Nuove tecnologie per vecchie abitudini? L'(auto)educazione in tempi di cambiamento climatico e ChatGPT. SCUOLA OFFICINA, 2, 16-21.

Nuove tecnologie per vecchie abitudini? L'(auto)educazione in tempi di cambiamento climatico e ChatGPT

Govoni, Paola
Primo
2023

Abstract

Le sfide che stiamo affrontando sono impegnative e questa volta non si tratta di un luogo comune. Per la prima volta nella nostra storia evolutiva recente ci troviamo di fronte a problematiche potenzialmente pericolose per la civiltà, se non altro quella che abbiamo concepito in occidente dopo il secondo conflitto mondiale. Mi riferisco al problema ambientale e ai rischi insiti nelle potentissime tecnologie della cosiddetta intelligenza artificiale (I.A.). Scrivo questo breve intervento mentre l’Emilia-Romagna è colpita da un’alluvione terribile, ma che non stupisce nessuno di coloro che si occupano di questioni ambientali e cambiamento climatico avendo la sensazione di parlare al vento da decenni. Nelle stesse ore dall’altra parte dell’Atlantico, Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, il laboratorio di I.A. che ha messo a punto chatGPT, ha risposto davanti al Senato degli Stati Uniti al primo round di domande sul suo straordinario prodotto (provare per credere) in un’audizione svoltasi in un clima surreale: Democratici e Repubblicani si sono trovati d’accordo su tutto al punto che, pare, si sarebbero complimentati gli uni con gli altri per il clima collaborativo. Brutto segno, significa che le potenzialità di strumenti come chatGPT sono fantastiche e allo stesso tempo davvero pericolose: come e da chi sarà usato quel potere? Sarà sempre più facile, infatti, manipolare e orientare l’opinione pubblica in una direzione o in un’altra immettendo false notizie in rete sulle questioni più varie, politiche, economiche, sanitarie o altro, a seconda dei bisogni di singoli o gruppi. Una regolamentazione del settore è indispensabile, ma non basta. Ognuna-o di noi deve sapersi difendere. Ma come? Come orientarsi in questa nuova realtà, fatta di innalzamento delle temperature (e dunque di siccità che si alterna a inondazioni) e di I.A.? In altre parole, in una realtà allo stesso tempo naturale, digitale e politica. La storia ci può essere di qualche aiuto a orientarci in questo presente così complicato per le nostre capacità cognitive, per orientarlo verso un futuro possibile? Queste domande portano sul tavolo in primo luogo, a mio parere, temi relativi alla formazione delle nuove generazioni. Giovani che dovranno essere pronte-i per un lavoro soddisfacente per sé e per la comunità in termini di sostenibilità: una sostenibilità che dovrà davvero essere tale, cioè ambientale, tecnologica e sociale, oltre che economica. Ne va della nostra civiltà, se non della nostra sopravvivenza come specie. Il cosiddetto “green washing” ha fatto il suo tempo.
2023
Govoni, P. (2023). Nuove tecnologie per vecchie abitudini? L'(auto)educazione in tempi di cambiamento climatico e ChatGPT. SCUOLA OFFICINA, 2, 16-21.
Govoni, Paola
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/961536
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact