La richiesta di contributi per questo numero monografico di SILTA è stata formulata in modo volutamente ampio: nella consapevolezza dell’impossibilità di trattare in maniera esaustiva l’argomento (basti pensare all’aspetto lessicale e terminologico, volutamente non considerato), sono stati chiesti contributi in cui genericamente la componente linguistica e quella traduttologica si intersecassero. I saggi pervenuti convergono in modo significativo verso un ambito particolarmente ricco e produttivo, cioè quello della testualità, e delineano due macro-ambiti: uno di carattere più teorico (i contributi della prima parte )e uno di carattere più pratico-applicativo (i contributi raccolti nella seconda), in cui la prospettiva testualista include anche una visione comparativo-contrastiva. La componente testuale viene indagata non solo per la verifica dell’incidenza dei diversi generi e tipi testuali nel processo traduttivo (Samardzic), ma soprattutto come ambito privilegiato in cui la traduzione sollecita e richiede la riflessione linguistica per venire a capo delle complesse relazioni transfrastiche attraverso le quali ciascuna lingua esprime determinati contenuti concettuali (l’ambito propriamente delle scelte, secondo la definizione di Prandi) e, viceversa, ambito in cui la traduzione fornisce importanti spunti alla linguistica. Anche i contributi in cui prevale la prospettiva comparatistica-contrastiva si concentrano su aspetti quali la segmentazione degli enunciati (Biagini), la testualità nella traduzione assistita (Pecorari), gli avverbi illocutivi (De Cesare) o la traduzione in italiano degli "ajouts prédicatifs" collocati in posizione iniziale (Brianti e Canavese), che riconducono necessariamente alla dimensione testuale per essere pienamente illustrati. I saggi confermano, inoltre, l’importanza dei corpora sia per l’analisi contrastiva (anche in chiave testuale), sia per l’elaborazione di strumenti informatici per la traduzione. Se in apparenza la traduzione assistita relega l’intervento del traduttore al post-editing, cioè alla revisione del testo tradotto automaticamente, gli sviluppi dell’intelligenza artificiale alla base dell’elaborazione delle più avanzate risorse informatiche restituiscono una nuova centralità alla competenza del linguista, che deve essere coinvolto nella creazione di corpora attendibili, capaci cioè di porsi come rappresentazione, pur sempre approssimativa ma realistica, degli usi linguistici e dei diversi generi testuali, pena lo “schiacciamento” della lingua tradotta su di una unica dimensione (Raus), pericolo non trascurabile vista la pervasività degli strumenti informatici che, come nel caso degli algoritmi, alle volte finiscono per modellare i comportamenti invece che proporsi come strumenti di conoscenza.

Linguistica e traduzione: un approccio testualista.

Francesca Gatta
;
Marco Mazzoleni
2023

Abstract

La richiesta di contributi per questo numero monografico di SILTA è stata formulata in modo volutamente ampio: nella consapevolezza dell’impossibilità di trattare in maniera esaustiva l’argomento (basti pensare all’aspetto lessicale e terminologico, volutamente non considerato), sono stati chiesti contributi in cui genericamente la componente linguistica e quella traduttologica si intersecassero. I saggi pervenuti convergono in modo significativo verso un ambito particolarmente ricco e produttivo, cioè quello della testualità, e delineano due macro-ambiti: uno di carattere più teorico (i contributi della prima parte )e uno di carattere più pratico-applicativo (i contributi raccolti nella seconda), in cui la prospettiva testualista include anche una visione comparativo-contrastiva. La componente testuale viene indagata non solo per la verifica dell’incidenza dei diversi generi e tipi testuali nel processo traduttivo (Samardzic), ma soprattutto come ambito privilegiato in cui la traduzione sollecita e richiede la riflessione linguistica per venire a capo delle complesse relazioni transfrastiche attraverso le quali ciascuna lingua esprime determinati contenuti concettuali (l’ambito propriamente delle scelte, secondo la definizione di Prandi) e, viceversa, ambito in cui la traduzione fornisce importanti spunti alla linguistica. Anche i contributi in cui prevale la prospettiva comparatistica-contrastiva si concentrano su aspetti quali la segmentazione degli enunciati (Biagini), la testualità nella traduzione assistita (Pecorari), gli avverbi illocutivi (De Cesare) o la traduzione in italiano degli "ajouts prédicatifs" collocati in posizione iniziale (Brianti e Canavese), che riconducono necessariamente alla dimensione testuale per essere pienamente illustrati. I saggi confermano, inoltre, l’importanza dei corpora sia per l’analisi contrastiva (anche in chiave testuale), sia per l’elaborazione di strumenti informatici per la traduzione. Se in apparenza la traduzione assistita relega l’intervento del traduttore al post-editing, cioè alla revisione del testo tradotto automaticamente, gli sviluppi dell’intelligenza artificiale alla base dell’elaborazione delle più avanzate risorse informatiche restituiscono una nuova centralità alla competenza del linguista, che deve essere coinvolto nella creazione di corpora attendibili, capaci cioè di porsi come rappresentazione, pur sempre approssimativa ma realistica, degli usi linguistici e dei diversi generi testuali, pena lo “schiacciamento” della lingua tradotta su di una unica dimensione (Raus), pericolo non trascurabile vista la pervasività degli strumenti informatici che, come nel caso degli algoritmi, alle volte finiscono per modellare i comportamenti invece che proporsi come strumenti di conoscenza.
2023
154
Francesca Gatta - Marco Mazzoleni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/960384
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