Il patrimonio culturale marino italiano ha per tradizione e storia un’imponente ricchezza di collezioni museali naturalistiche, con migliaia di reperti ossei e tassidermizzati di vertebrati marini, costruite in oltre due secoli di attività. I reperti museali rappresentano la conoscenza primaria ed unica della biodiversità organismica ed ecosistemica storica del Mediterraneo e costituiscono un ampio archivio di tessuti e dati scientifici potenzialmente sfruttabile grazie alle nuove tecnologie biomolecolari per comprendere pattern, processi e possibili cause della perdita di biodiversità, degrado degli ecosistemi e declino delle popolazioni. Con l’obiettivo di ricostruire le traiettorie evolutive ed ecologiche di specie e popolazioni di grandi predatori marini del Mediterraneo (cetacei ed elasmobranchi) abbiamo costituito un network di 27 collezioni osteologiche museali (universitarie e civiche) e private italiane, da cui abbiamo ottenuto oltre 500 campioni (fotografie geometriche e tessuti biologici di crani, rostri, mascelle, vertebre e denti) di individui storici di Delphinus delphis, Stenella coeruleoalba, Tursiops truncatus, Carcharodon carcharias e quattro specie di pesce sega dei generi Pristis e Anoxypristis. I reperti sono stati analizzati attraverso un approccio analitico multidisciplinare combinando morfometria tradizionale e geometrica con analisi su DNA antico e isotopi stabili di C, N e Zn. I principali risultati sono 1) una rappresentazione completa della diversità pre-estinzione dei pesci sega del Mediterraneo, che risulta apparentemente maggiore di quella attesa da avvistamenti e documenti aneddotici; 2) l’identificazione tassonomica dei reperti di delfinidi, la loro distribuzione spazio-temporale e l’identificazione di potenziali ibridi interspecifici e 3) la ricostruzione dell’ecologia storica e dei cambiamenti ontogenetici di habitat pre- e post-natale degli squali bianchi del Mediterraneo. Nonostante ulteriori analisi genomiche e isotopiche saranno necessarie per risolvere i cambiamenti delle popolazioni di questi predatori apicali nel Mediterraneo, i campioni museali e l’approccio utilizzato si sono dimostrati risolutivi per ricostruire la paleodiversità e ottenere dati utili per la loro conservazione. Inoltre, i risultati raggiunti rendono ulteriormente tangibile l’inestimabile valore delle collezioni scientifiche e dell’attualità della mission dei musei naturalistici e di coloro che le hanno arricchite e curate per decenni e secoli.

MARTINA PASINO, M.V.I. (2023). LE COLLEZIONI MUSEALI COME FONDAMENTALE RISORSA PER LA RICERCA SCIENTIFICA MARINA: ECOLOGIA E DIVERSITÀ SPECIFICA STORICA DI GRANDI VERTEBRATI DEL MAR MEDITERRANEO.

LE COLLEZIONI MUSEALI COME FONDAMENTALE RISORSA PER LA RICERCA SCIENTIFICA MARINA: ECOLOGIA E DIVERSITÀ SPECIFICA STORICA DI GRANDI VERTEBRATI DEL MAR MEDITERRANEO

MARTINA PASINO;MARIA VITTORIA IACOVELLI;ALEXIA MAZZINI;VALENTINA CROBE;ELISABETTA CILLI;FEDERICO LUGLI;ALESSIA CARIANI;FAUSTO TINTI
2023

Abstract

Il patrimonio culturale marino italiano ha per tradizione e storia un’imponente ricchezza di collezioni museali naturalistiche, con migliaia di reperti ossei e tassidermizzati di vertebrati marini, costruite in oltre due secoli di attività. I reperti museali rappresentano la conoscenza primaria ed unica della biodiversità organismica ed ecosistemica storica del Mediterraneo e costituiscono un ampio archivio di tessuti e dati scientifici potenzialmente sfruttabile grazie alle nuove tecnologie biomolecolari per comprendere pattern, processi e possibili cause della perdita di biodiversità, degrado degli ecosistemi e declino delle popolazioni. Con l’obiettivo di ricostruire le traiettorie evolutive ed ecologiche di specie e popolazioni di grandi predatori marini del Mediterraneo (cetacei ed elasmobranchi) abbiamo costituito un network di 27 collezioni osteologiche museali (universitarie e civiche) e private italiane, da cui abbiamo ottenuto oltre 500 campioni (fotografie geometriche e tessuti biologici di crani, rostri, mascelle, vertebre e denti) di individui storici di Delphinus delphis, Stenella coeruleoalba, Tursiops truncatus, Carcharodon carcharias e quattro specie di pesce sega dei generi Pristis e Anoxypristis. I reperti sono stati analizzati attraverso un approccio analitico multidisciplinare combinando morfometria tradizionale e geometrica con analisi su DNA antico e isotopi stabili di C, N e Zn. I principali risultati sono 1) una rappresentazione completa della diversità pre-estinzione dei pesci sega del Mediterraneo, che risulta apparentemente maggiore di quella attesa da avvistamenti e documenti aneddotici; 2) l’identificazione tassonomica dei reperti di delfinidi, la loro distribuzione spazio-temporale e l’identificazione di potenziali ibridi interspecifici e 3) la ricostruzione dell’ecologia storica e dei cambiamenti ontogenetici di habitat pre- e post-natale degli squali bianchi del Mediterraneo. Nonostante ulteriori analisi genomiche e isotopiche saranno necessarie per risolvere i cambiamenti delle popolazioni di questi predatori apicali nel Mediterraneo, i campioni museali e l’approccio utilizzato si sono dimostrati risolutivi per ricostruire la paleodiversità e ottenere dati utili per la loro conservazione. Inoltre, i risultati raggiunti rendono ulteriormente tangibile l’inestimabile valore delle collezioni scientifiche e dell’attualità della mission dei musei naturalistici e di coloro che le hanno arricchite e curate per decenni e secoli.
2023
Unione Zoologica Italiana (UZI)
1
1
MARTINA PASINO, M.V.I. (2023). LE COLLEZIONI MUSEALI COME FONDAMENTALE RISORSA PER LA RICERCA SCIENTIFICA MARINA: ECOLOGIA E DIVERSITÀ SPECIFICA STORICA DI GRANDI VERTEBRATI DEL MAR MEDITERRANEO.
MARTINA PASINO, MARIA VITTORIA IACOVELLI, ALEXIA MAZZINI, VALENTINA CROBE, ELISABETTA CILLI, FEDERICO LUGLI, JEREMY MCCORMACK , PAOLA IACUMIN , ALESSI...espandi
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