Questo contributo - che sviluppa quanto presentato alla tavola rotonda sul tema organizzata da Michele Prandi all'interno del Congresso SLI di Verona del 2009, e cui sono stato invitato insieme a Nunzio La Fauci, Giulia Poggi ed al Presidente emerito della Crusca Francesco Sabatini - affronta il problema della rilevanza dello sviluppo di una competenza ricca, critica e consapevole della lingua materna nei percorsi di formazione dei traduttori, in quanto strumento di lavoro principale (anche se non esclusivo) dei futuri professionisti ed anche base per lo sviluppo della competenza delle lingue straniere. Infatti chi tradurrà professionalmente testi deve avere una conoscenza approfondita delle sue lingue di lavoro, che non si esaurisce nella competenza medio-alta, passiva ed attiva, ulteriormente consolidata e raffinata, cui si accennava sopra per la lingua materna, ma va affiancata dalla consapevolezza delle potenzialità espressive disponibili in tutte le varietà che compongono il repertorio di ciascuna lingua secondo i diversi parametri di variazione socio-culturale . Oltre allo scontato rispetto nei confronti delle “regole” delle sue lingue di lavoro attive, chi traduce deve infatti avere la capacità di capire le “scelte” compiute dal mittente nel testo di partenza, per poter poi compiere a sua volta scelte opportune ed adeguate nel testo d’arrivo: scelte, effettuate dal traduttore all’interno del ventaglio di possibilità offerto dalla lingua d’arrivo (preferibilmente anche se non esclusivamente la sua lingua materna), che siano equivalenti – ma non superficialmente e banalmente identiche – a quelle effettuate dal mittente all’interno del ventaglio di possibilità offerto dalla lingua di partenza.

L’importanza dalla L1 nella formazione dei traduttori / M. Mazzoleni. - STAMPA. - II:(2011), pp. 731-735. (Intervento presentato al convegno I Luoghi della Traduzione. Le Interfacce, XLIII Congresso Internazionale di Studi della SLI - Società di Linguistica Italiana tenutosi a Verona nel 24-26 settembre 2009).

L’importanza dalla L1 nella formazione dei traduttori

MAZZOLENI, MARCO
2011

Abstract

Questo contributo - che sviluppa quanto presentato alla tavola rotonda sul tema organizzata da Michele Prandi all'interno del Congresso SLI di Verona del 2009, e cui sono stato invitato insieme a Nunzio La Fauci, Giulia Poggi ed al Presidente emerito della Crusca Francesco Sabatini - affronta il problema della rilevanza dello sviluppo di una competenza ricca, critica e consapevole della lingua materna nei percorsi di formazione dei traduttori, in quanto strumento di lavoro principale (anche se non esclusivo) dei futuri professionisti ed anche base per lo sviluppo della competenza delle lingue straniere. Infatti chi tradurrà professionalmente testi deve avere una conoscenza approfondita delle sue lingue di lavoro, che non si esaurisce nella competenza medio-alta, passiva ed attiva, ulteriormente consolidata e raffinata, cui si accennava sopra per la lingua materna, ma va affiancata dalla consapevolezza delle potenzialità espressive disponibili in tutte le varietà che compongono il repertorio di ciascuna lingua secondo i diversi parametri di variazione socio-culturale . Oltre allo scontato rispetto nei confronti delle “regole” delle sue lingue di lavoro attive, chi traduce deve infatti avere la capacità di capire le “scelte” compiute dal mittente nel testo di partenza, per poter poi compiere a sua volta scelte opportune ed adeguate nel testo d’arrivo: scelte, effettuate dal traduttore all’interno del ventaglio di possibilità offerto dalla lingua d’arrivo (preferibilmente anche se non esclusivamente la sua lingua materna), che siano equivalenti – ma non superficialmente e banalmente identiche – a quelle effettuate dal mittente all’interno del ventaglio di possibilità offerto dalla lingua di partenza.
2011
I Luoghi della Traduzione. Le Interfacce. Atti del XLIII Congresso Internazionale di Studi della SLI - Società di Linguistica Italiana
731
735
L’importanza dalla L1 nella formazione dei traduttori / M. Mazzoleni. - STAMPA. - II:(2011), pp. 731-735. (Intervento presentato al convegno I Luoghi della Traduzione. Le Interfacce, XLIII Congresso Internazionale di Studi della SLI - Società di Linguistica Italiana tenutosi a Verona nel 24-26 settembre 2009).
M. Mazzoleni
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