Carattere eccezionale dell’“hate speech” e nuove forme di responsabilità per contenuti di terzi nella giurisprudenza EDU. Nota a C.edu, Sanchez c. Francia, 15 maggio 2023

In Sanchez v. France, the Grand Chamber of the Court of Strasbourg upheld the consistency with the right to freedom of expression and information of the adoption of sanctions (both civil and criminal) against a politician who, during a period of electoral campaign, had failed to remove from his Facebook wall some third-party comments constituting hate speech against the Muslim community. The present contribution aims to highlight the elements of continuity and of novelty of such a decision against the backdrop of the case-law of the ECtHR, stressing most notably how the judgment arguably confirms a view of hate speech as a peculiar and exceptional phenomenon which, due to its gravity and seriousness, justifies the adoption of restrictive measures particularly severe. The judgment, moreover, broadens significantly the scope of secondary liability for third-party illegal content: indeed, whereas Strasbourg case-law had mainly focused, ever since Delfi AS v. Estonia, on the recognition of forms of liability for the providers of intermediary services (including the providers of online news portals), Sanchez v. France addresses instead the monitoring duties of a natural person with respect to their personal Facebook wall.

Nella sentenza Sanchez c. Francia, la Grande Camera della Corte di Strasburgo ha affermato la consistenza con il diritto alla libertà di espressione e informazione dell’adozione di misure sanzionatorie (sul piano civile e penale) a carico di un politico il quale, in periodo di campagna elettorale, aveva mancato di rimuovere dalla propria bacheca Facebook alcuni commenti di soggetti terzi costituenti fattispecie di hate speech ai danni della comunità musulmana. Il presente contributo mira a evidenziare gli elementi di continuità e di novità della decisione nel contesto della giurisprudenza della Corte EDU sottolineando, in particolare, come la sentenza appaia confermare la percezione dei discorsi d’odio come fenomeno peculiare ed eccezionale il quale, per la sua gravità e serietà, giustifica l’adozione di misure restrittive particolarmente severe. La sentenza, inoltre, estende sensibilmente l’ambito di applicazione della responsabilità secondaria per contenuti illeciti di terzi: invero, se la giurisprudenza di Strasburgo si era sinora concentrata, da Delfi AS c. Estonia in poi, sul riconoscere tali forme di responsabilità a carico di fornitori di servizi di intermediazione (ivi inclusi i fornitori di portali di informazione in rete), Sanchez c. Francia concerne invece gli obblighi di controllo di una persona fisica con riferimento alla propria bacheca Facebook personale.