Al pari di molti Paesi europei, anche in Italia il fenomeno immigratorio negli ultimi decenni ha fatto registrare una crescita consistente. Da oltre 300 mila permessi di soggiorno registrati alla fine degli anni ’80, si è rapidamente giunti a oltre 2 milioni nel 2008. Parallelamente al rafforzamento dei movimenti, si è modificata anche la composizione dei flussi migratori. Se fino al 1999 la maggior parte degli immigrati con regolare permesso di soggiorno proveniva dal continente africano, dal 2000 la quota proveniente dall’est-Europa ha assunto un’importanza crescente, fino a raggiungere oltre un terzo del totale. L’etnicizzazione dei flussi non deriva tuttavia dall’attitudine di singole popolazioni a svolgere specifiche mansioni, ma sembra essere correlata all’instaurarsi di reti sociali fra gli immigrati già radicati e integrati in Italia e quelli ancora residenti nei paesi di origine. Nelle regioni meridionali e insulari il settore agricolo è quello in cui gli stranieri trovano più facile occupazione, mentre in quelle centrali e del nord Italia l’industria e il terziario sono i settori prevalenti. Considerando anche i neocomunitari, nel quinquennio 2003-2007 l’impiego dei lavoratori agricoli immigrati in agricoltura è aumentato del 47% con picchi massimi di oltre il 100% in regioni come la Puglia e l’Emilia-Romagna. I lavoratori stranieri rappresentano ormai una leva strategica per la competitività delle imprese agricole, colmando quei fabbisogni di lavoro lamentati dal sistema produttivo e non pienamente corrisposti dal mercato locale. Quali sono le principali caratteristiche del mercato del lavoro agricolo extracomunitario? Quali sono i tratti distintivi di quel capitale umano considerato al contempo minaccia per l’occupazione locale e ancora di salvezza per il comparto agricolo? I risultati ottenuti da un’indagine diretta condotta in tre province emiliano-romagnole particolarmente interessate al fenomeno migratorio per motivi di lavoro in agricoltura, costituiscono elementi utili per fornire una risposta ai quesiti sopra riportati.

Immigrazione e capitale umano nell’agricoltura di tre province dell’Emilia-Romagna / Ghelfi R.; Rivaroli S.. - In: AGRIREGIONIEUROPA. - ISSN 1828-5880. - ELETTRONICO. - Anno 6, Numero 20:(2010), pp. 88-90.

Immigrazione e capitale umano nell’agricoltura di tre province dell’Emilia-Romagna

GHELFI, RINO;RIVAROLI, SERGIO
2010

Abstract

Al pari di molti Paesi europei, anche in Italia il fenomeno immigratorio negli ultimi decenni ha fatto registrare una crescita consistente. Da oltre 300 mila permessi di soggiorno registrati alla fine degli anni ’80, si è rapidamente giunti a oltre 2 milioni nel 2008. Parallelamente al rafforzamento dei movimenti, si è modificata anche la composizione dei flussi migratori. Se fino al 1999 la maggior parte degli immigrati con regolare permesso di soggiorno proveniva dal continente africano, dal 2000 la quota proveniente dall’est-Europa ha assunto un’importanza crescente, fino a raggiungere oltre un terzo del totale. L’etnicizzazione dei flussi non deriva tuttavia dall’attitudine di singole popolazioni a svolgere specifiche mansioni, ma sembra essere correlata all’instaurarsi di reti sociali fra gli immigrati già radicati e integrati in Italia e quelli ancora residenti nei paesi di origine. Nelle regioni meridionali e insulari il settore agricolo è quello in cui gli stranieri trovano più facile occupazione, mentre in quelle centrali e del nord Italia l’industria e il terziario sono i settori prevalenti. Considerando anche i neocomunitari, nel quinquennio 2003-2007 l’impiego dei lavoratori agricoli immigrati in agricoltura è aumentato del 47% con picchi massimi di oltre il 100% in regioni come la Puglia e l’Emilia-Romagna. I lavoratori stranieri rappresentano ormai una leva strategica per la competitività delle imprese agricole, colmando quei fabbisogni di lavoro lamentati dal sistema produttivo e non pienamente corrisposti dal mercato locale. Quali sono le principali caratteristiche del mercato del lavoro agricolo extracomunitario? Quali sono i tratti distintivi di quel capitale umano considerato al contempo minaccia per l’occupazione locale e ancora di salvezza per il comparto agricolo? I risultati ottenuti da un’indagine diretta condotta in tre province emiliano-romagnole particolarmente interessate al fenomeno migratorio per motivi di lavoro in agricoltura, costituiscono elementi utili per fornire una risposta ai quesiti sopra riportati.
2010
Immigrazione e capitale umano nell’agricoltura di tre province dell’Emilia-Romagna / Ghelfi R.; Rivaroli S.. - In: AGRIREGIONIEUROPA. - ISSN 1828-5880. - ELETTRONICO. - Anno 6, Numero 20:(2010), pp. 88-90.
Ghelfi R.; Rivaroli S.
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