La formazione di un biofilm è un evento potenzialmente pericoloso, con possibili implicazioni nelle epidemie, poiché costituisce un serbatoio di microrganismi patogeni. Le cellule microbiche possono aderire tra loro, alle cellule ospiti e alle superfici abiotiche, come vetro, polistirene e conchiglie, favorendo così la colonizzazione e la formazione del biofilm. Il biofilm è costituito da popolazioni batteriche ad elevata concentrazione, protette da una robusta matrice di esopolisaccaridi che permette una forte adesione alle superfici. La formazione di biofilm porta alla perdita di efficacia degli agenti antimicrobici, con una resistenza fino a 1000 volte maggiore nei loro confronti (Uruen et al., 2020). L'obiettivo principale per contrastare le infezioni da microganismi patogeni nei pesci è l'individuazione di sostanze (possibilmente di origine naturale, ad esempio oli essenziali), che possano interferire con i biofilm patogeni. La fase iniziale di questo approccio coinvolge l'indagine di modelli in vitro di biofilm al fine di valutare l'efficacia degli agenti antibiofilm selezionati. Lo scopo del presente studio è stato l'ottimizzazione delle attuali tecniche utilizzate per la produzione di biofilm costituito da microrganismi patogeni dei pesci, per valutare l'efficacia di composti antibiofilm. Sono state evidenziate differenze nella formazione del biofilm tra i microrganismi saggiati. Yersinia ruckeri ha mostrato la migliore capacità di formare biofilm. Tutti i ceppi testati erano in grado di aderire alle piastre di polistirene e ai carapaci di gamberetti, ma vi erano notevoli differenze nella formazione del biofilm sviluppato in relazione alle superfici testate. Analizzando i carapaci di gamberetti, è stato osservato che il cristal violetto, composto di elezione per evidenziare la formazione del biofilm, non può essere utilizzato direttamente per misurare la formazione del biofilm, poiché i carapaci assorbono il cristal violetto anche in assenza di biofilm. Pertanto, il biofilm formato è stato valutato misurando la crescita dei microrganismi dopo averli staccati dalle diverse superfici (piastre di polistirene e carapaci di gamberetti). Il biofilm formato sul carapace era maggiore rispetto a quello cresciuto sul polistirene. Questo risultato è molto importante perchè un biofilm ottimale consente una corretta valutazione dell'efficacia delle sostanze antibiofilm. Il modello sperimentale descritto nel presente lavoro si è rivelato molto utile per valutare in modo ottimale l'attività antibiofilm e per identificare con precisione la dose efficace di oli essenziali, evitando l'uso di dosi inefficaci che potrebbero selezionare ceppi resistenti
Di Mercurio M., B.F. (2023). Ottimizzazione di un protocollo per testare l'attività degli oli essenziali sul biofilm di agenti patogeni dei pesci. IL PESCE, 5, 140-142.
Ottimizzazione di un protocollo per testare l'attività degli oli essenziali sul biofilm di agenti patogeni dei pesci
Scarafile D.;Modesto M.;Bignami G.;Fioravanti ML.;Mattarelli P.;
2023
Abstract
La formazione di un biofilm è un evento potenzialmente pericoloso, con possibili implicazioni nelle epidemie, poiché costituisce un serbatoio di microrganismi patogeni. Le cellule microbiche possono aderire tra loro, alle cellule ospiti e alle superfici abiotiche, come vetro, polistirene e conchiglie, favorendo così la colonizzazione e la formazione del biofilm. Il biofilm è costituito da popolazioni batteriche ad elevata concentrazione, protette da una robusta matrice di esopolisaccaridi che permette una forte adesione alle superfici. La formazione di biofilm porta alla perdita di efficacia degli agenti antimicrobici, con una resistenza fino a 1000 volte maggiore nei loro confronti (Uruen et al., 2020). L'obiettivo principale per contrastare le infezioni da microganismi patogeni nei pesci è l'individuazione di sostanze (possibilmente di origine naturale, ad esempio oli essenziali), che possano interferire con i biofilm patogeni. La fase iniziale di questo approccio coinvolge l'indagine di modelli in vitro di biofilm al fine di valutare l'efficacia degli agenti antibiofilm selezionati. Lo scopo del presente studio è stato l'ottimizzazione delle attuali tecniche utilizzate per la produzione di biofilm costituito da microrganismi patogeni dei pesci, per valutare l'efficacia di composti antibiofilm. Sono state evidenziate differenze nella formazione del biofilm tra i microrganismi saggiati. Yersinia ruckeri ha mostrato la migliore capacità di formare biofilm. Tutti i ceppi testati erano in grado di aderire alle piastre di polistirene e ai carapaci di gamberetti, ma vi erano notevoli differenze nella formazione del biofilm sviluppato in relazione alle superfici testate. Analizzando i carapaci di gamberetti, è stato osservato che il cristal violetto, composto di elezione per evidenziare la formazione del biofilm, non può essere utilizzato direttamente per misurare la formazione del biofilm, poiché i carapaci assorbono il cristal violetto anche in assenza di biofilm. Pertanto, il biofilm formato è stato valutato misurando la crescita dei microrganismi dopo averli staccati dalle diverse superfici (piastre di polistirene e carapaci di gamberetti). Il biofilm formato sul carapace era maggiore rispetto a quello cresciuto sul polistirene. Questo risultato è molto importante perchè un biofilm ottimale consente una corretta valutazione dell'efficacia delle sostanze antibiofilm. Il modello sperimentale descritto nel presente lavoro si è rivelato molto utile per valutare in modo ottimale l'attività antibiofilm e per identificare con precisione la dose efficace di oli essenziali, evitando l'uso di dosi inefficaci che potrebbero selezionare ceppi resistentiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.