Negli ultimi venti anni, la governance familiare del consumo audiovisivo si è progressivamente spostata dalla periferia al centro del modello culturale di “buon genitore”. Essa è definitivamente e ufficialmente entrata a far parte di ciò di cui un buon genitore deve occuparsi e preoccuparsi se intende assolvere ai compiti che definiscono la responsabilità genitoriale ossia, in primo luogo, proteggere i figli, sostenerli nei compiti evolutivi e prendersi cura del loro sviluppo. Questo studio concerne il consumo domestico degli audiovisivi come una pratica quotidiana che implica, per i genitori, aspetti evolutivi, morali e dunque eminentemente educativi. In particolare, esamina le pratiche e i discorsi genitoriali connessi al consumo di film e video giochi da parte dei loro figli. Film e video giochi sono dei prodotti audiovisivi accomunati da un tratto del tutto peculiare. Si tratta i testi il cui consumo è soggetto a forme di regolamentazione pubblica e/o di autoregolamentazione da parte dei produttori e distributori. Situandosi sulla frontiera tra educazione familiare e responsabilità sociale nei confronti dell’infanzia, i sistemi di classificazione si propongono come risorsa pubblica e intendono fornire ai genitori uno strumento efficace rispetto alle pratiche familiari di governance dell’audiovisivo. i sistemi di classificazione in vigore condividono alcune caratteristiche di tipo strutturale. In tutti i paesi in cui sono in vigore, le politiche di classificazione dei contenuti audiovisivi si propongono come strumenti di protezione dell’infanzia e come una risposta alla necessità di tradurre il principio della responsabilità sociale nei confronti di un sano sviluppo dei minori in azioni pubbliche visibili, controllabili, giustificate e giustificabili. Inoltre, i sistemi di classificazione dei contenuti audiovisivi pretendono di essere radicati in e di riflettere un consenso sociale condiviso circa ciò che è socialmente percepito come contenuto audiovisivo positivo e negativo per i consumatori di una certa fascia d’età. Ancora, essi sono radicati su alcune idee generali e condivise circa il benessere dei minori, su un modello normativo di sano sviluppo e su specifici modelli culturali che definiscono ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per una determinata società in un dato momento storico . I sistemi di classificazione hanno dunque una radice e un carattere segnatamente morale e dunque culturale. Condensando e traducendo teorie scientifiche e credenze di senso comune, preoccupazioni etiche e orizzonti valoriali, il sistema di rating si propone come istanza autorevole dell’enunciazione che propone ai genitori una definizione dei testi audiovisivi che dovrebbe aiutarli e sostenerli nel governo del consumo degli audiovisivi da parte dei loro figli. In che modo questa forma di regolamentazione pubblica entra a far parte del repertorio di riferimenti usato dai genitori per regolamentare il consumo dei media dei figli? In che modo i genitori costruiscono o riaffermano il proprio ruolo, la propria agenda morale e educativa nei confronti di questa risorsa educativa pubblica rispetto alla governance del consumo audiovisivo? Come situano la propria economia morale e i propri valori nei confronti di questi discorsi morali condensati? Avvalendosi di un impanto metodologico eminentemente qualitativo (analisi del discorso e dell'interazione conversazionale) la ricerca intende rispondere a questo ordine di quesiti.

L.Caronia (2010). La governance dei media in famiglia come arena morale ed educativa. Aspetti teorici, metodologici e primi risultati di una ricerca. RICERCHE DI PEDAGOGIA E DIDATTICA, vol. 5, n. 1, 1-25.

La governance dei media in famiglia come arena morale ed educativa. Aspetti teorici, metodologici e primi risultati di una ricerca.

CARONIA, LETIZIA
2010

Abstract

Negli ultimi venti anni, la governance familiare del consumo audiovisivo si è progressivamente spostata dalla periferia al centro del modello culturale di “buon genitore”. Essa è definitivamente e ufficialmente entrata a far parte di ciò di cui un buon genitore deve occuparsi e preoccuparsi se intende assolvere ai compiti che definiscono la responsabilità genitoriale ossia, in primo luogo, proteggere i figli, sostenerli nei compiti evolutivi e prendersi cura del loro sviluppo. Questo studio concerne il consumo domestico degli audiovisivi come una pratica quotidiana che implica, per i genitori, aspetti evolutivi, morali e dunque eminentemente educativi. In particolare, esamina le pratiche e i discorsi genitoriali connessi al consumo di film e video giochi da parte dei loro figli. Film e video giochi sono dei prodotti audiovisivi accomunati da un tratto del tutto peculiare. Si tratta i testi il cui consumo è soggetto a forme di regolamentazione pubblica e/o di autoregolamentazione da parte dei produttori e distributori. Situandosi sulla frontiera tra educazione familiare e responsabilità sociale nei confronti dell’infanzia, i sistemi di classificazione si propongono come risorsa pubblica e intendono fornire ai genitori uno strumento efficace rispetto alle pratiche familiari di governance dell’audiovisivo. i sistemi di classificazione in vigore condividono alcune caratteristiche di tipo strutturale. In tutti i paesi in cui sono in vigore, le politiche di classificazione dei contenuti audiovisivi si propongono come strumenti di protezione dell’infanzia e come una risposta alla necessità di tradurre il principio della responsabilità sociale nei confronti di un sano sviluppo dei minori in azioni pubbliche visibili, controllabili, giustificate e giustificabili. Inoltre, i sistemi di classificazione dei contenuti audiovisivi pretendono di essere radicati in e di riflettere un consenso sociale condiviso circa ciò che è socialmente percepito come contenuto audiovisivo positivo e negativo per i consumatori di una certa fascia d’età. Ancora, essi sono radicati su alcune idee generali e condivise circa il benessere dei minori, su un modello normativo di sano sviluppo e su specifici modelli culturali che definiscono ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per una determinata società in un dato momento storico . I sistemi di classificazione hanno dunque una radice e un carattere segnatamente morale e dunque culturale. Condensando e traducendo teorie scientifiche e credenze di senso comune, preoccupazioni etiche e orizzonti valoriali, il sistema di rating si propone come istanza autorevole dell’enunciazione che propone ai genitori una definizione dei testi audiovisivi che dovrebbe aiutarli e sostenerli nel governo del consumo degli audiovisivi da parte dei loro figli. In che modo questa forma di regolamentazione pubblica entra a far parte del repertorio di riferimenti usato dai genitori per regolamentare il consumo dei media dei figli? In che modo i genitori costruiscono o riaffermano il proprio ruolo, la propria agenda morale e educativa nei confronti di questa risorsa educativa pubblica rispetto alla governance del consumo audiovisivo? Come situano la propria economia morale e i propri valori nei confronti di questi discorsi morali condensati? Avvalendosi di un impanto metodologico eminentemente qualitativo (analisi del discorso e dell'interazione conversazionale) la ricerca intende rispondere a questo ordine di quesiti.
2010
L.Caronia (2010). La governance dei media in famiglia come arena morale ed educativa. Aspetti teorici, metodologici e primi risultati di una ricerca. RICERCHE DI PEDAGOGIA E DIDATTICA, vol. 5, n. 1, 1-25.
L.Caronia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/90210
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