Il contributo prende in esame le prime tre testimonianze letterarie del paese di Cuccagna che ci siano giunte dal Medioevo europeo (Li fabliaus de Cocagne, il poema in medio Inglese The Land of Cokaygne e la terza novella dell’ottava giornata del Decameron), per esaminare il diverso ruolo svolto e la diversa forma assunta dal meraviglioso paese in ciascun testo. Strumento per mantenere lo status quo (Li fabliaus de Cocagne), elemento parodico e satirico del mondo monastico (The Land of Cokaygne) o bugia rivolta ai più ingenui e creduloni (Decameron, VIII, 3), questa fantasia alimentare assume caratteri diversi anche in relazione alla cultura alimentare che lo scrivente intende rappresentare, in funzione dei suoi scopi e del suo pubblico. Nel racconto di Maso del Saggio, al centro del paese svetta una montagna di Parmigiano grattugiato da cui rotolano ravioli, concreta rappresentazione delle aspirazioni alimentari di un povero pittore fiorentino come Calandrino; nel poema inglese il cibo, tra cui uccelli arrosto e costose spezie, appare più elitario e adatto a satireggiare l’alimentazione dei monaci, ricca e abbondante a dispetto della loro regola; nel fabliau francese, il cui messaggio deve apparire valido per tutti gli strati sociali, tra i cibi raffigurati non appaiono gli elementi più poveri e quotidiani (pane, legumi, vegetali), ma nemmeno quelli più ricchi e raffinati (spezie, cacciagione di piuma, vini orientali), e Cocagne costituisce pertanto la raffigurazione eterna e sovrabbondante della tavola quotidiana dei ricchi, ma anche degli strati poveri nei momenti di festa o particolare abbondanza.

Filippo Ribani (2022). Il paese di Cuccagna nelle letterature europee tra Due e Trecento. EHUMANISTA, 51, 302-314.

Il paese di Cuccagna nelle letterature europee tra Due e Trecento

Filippo Ribani
2022

Abstract

Il contributo prende in esame le prime tre testimonianze letterarie del paese di Cuccagna che ci siano giunte dal Medioevo europeo (Li fabliaus de Cocagne, il poema in medio Inglese The Land of Cokaygne e la terza novella dell’ottava giornata del Decameron), per esaminare il diverso ruolo svolto e la diversa forma assunta dal meraviglioso paese in ciascun testo. Strumento per mantenere lo status quo (Li fabliaus de Cocagne), elemento parodico e satirico del mondo monastico (The Land of Cokaygne) o bugia rivolta ai più ingenui e creduloni (Decameron, VIII, 3), questa fantasia alimentare assume caratteri diversi anche in relazione alla cultura alimentare che lo scrivente intende rappresentare, in funzione dei suoi scopi e del suo pubblico. Nel racconto di Maso del Saggio, al centro del paese svetta una montagna di Parmigiano grattugiato da cui rotolano ravioli, concreta rappresentazione delle aspirazioni alimentari di un povero pittore fiorentino come Calandrino; nel poema inglese il cibo, tra cui uccelli arrosto e costose spezie, appare più elitario e adatto a satireggiare l’alimentazione dei monaci, ricca e abbondante a dispetto della loro regola; nel fabliau francese, il cui messaggio deve apparire valido per tutti gli strati sociali, tra i cibi raffigurati non appaiono gli elementi più poveri e quotidiani (pane, legumi, vegetali), ma nemmeno quelli più ricchi e raffinati (spezie, cacciagione di piuma, vini orientali), e Cocagne costituisce pertanto la raffigurazione eterna e sovrabbondante della tavola quotidiana dei ricchi, ma anche degli strati poveri nei momenti di festa o particolare abbondanza.
2022
Filippo Ribani (2022). Il paese di Cuccagna nelle letterature europee tra Due e Trecento. EHUMANISTA, 51, 302-314.
Filippo Ribani
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