Un ampio numero di recenti studi mette in evidenza la relazione significativa tra i fattori di rischio psicosociale (es. alta domanda, alto carico di lavoro, basso controllo, mancanza di supporto sociale) e lo stato di salute (Karasek e Theorell, 1990; Sonnestad e Zjilstra, 2006). Il presente contributo intende verificare gli effetti di diverse caratteristiche dell’ambiente psicosociale di lavoro sullo stato di benessere delle persone. Oltre agli effetti diretti di tali fattori di rischio si intende verificare anche il ruolo mediatore della “fatica mentale”, intesa come fatica psicologica con avversione e preoccupazione nei confronti del lavoro (Agervold e Mikkelsen, 2004; Agervold e Andersen, 2006). A tal fine è stata somministrata la versione italiana del Questionnaire for Psychosocial Work Environment and Stress – PWSQ (Agervold e Mikkelsen, 2004) a 314 dipendenti di una pubblica amministrazione (età media 47 anni, d.s. 6,8) di cui il 67% erano femmine. I risultati mostrano che diversi dei fattori di rischio psicosociale rilevati hanno un’influenza diretta sul benessere individuale. In particolare, la domanda, il controllo, l’ambiguità del ruolo e l’ambiente sociale sono correlati ai sintomi di carattere psicologico, più che ai sintomi fisici. Inoltre, la fatica mentale ha un ruolo di mediazione fra alcuni dei fattori di rischio considerati, quali domanda, il controllo e il ruolo lavorativo, e sintomi psicofisici. I risultati nel loro complesso suggeriscono indicazioni sui possibili tipi di intervento da attuare per prevenire il manifestarsi di sintomatologie psico-fisiche promuovendo il recupero delle risorse da parte dell’individuo.
D. Guglielmi, C. Panari, A. Negrini (2009). Qualità della vita lavorativa ed effetti sul benessere: il ruolo della fatica mentale. RISORSA UOMO, 15 (1), 53-67.
Qualità della vita lavorativa ed effetti sul benessere: il ruolo della fatica mentale
GUGLIELMI, DINA;
2009
Abstract
Un ampio numero di recenti studi mette in evidenza la relazione significativa tra i fattori di rischio psicosociale (es. alta domanda, alto carico di lavoro, basso controllo, mancanza di supporto sociale) e lo stato di salute (Karasek e Theorell, 1990; Sonnestad e Zjilstra, 2006). Il presente contributo intende verificare gli effetti di diverse caratteristiche dell’ambiente psicosociale di lavoro sullo stato di benessere delle persone. Oltre agli effetti diretti di tali fattori di rischio si intende verificare anche il ruolo mediatore della “fatica mentale”, intesa come fatica psicologica con avversione e preoccupazione nei confronti del lavoro (Agervold e Mikkelsen, 2004; Agervold e Andersen, 2006). A tal fine è stata somministrata la versione italiana del Questionnaire for Psychosocial Work Environment and Stress – PWSQ (Agervold e Mikkelsen, 2004) a 314 dipendenti di una pubblica amministrazione (età media 47 anni, d.s. 6,8) di cui il 67% erano femmine. I risultati mostrano che diversi dei fattori di rischio psicosociale rilevati hanno un’influenza diretta sul benessere individuale. In particolare, la domanda, il controllo, l’ambiguità del ruolo e l’ambiente sociale sono correlati ai sintomi di carattere psicologico, più che ai sintomi fisici. Inoltre, la fatica mentale ha un ruolo di mediazione fra alcuni dei fattori di rischio considerati, quali domanda, il controllo e il ruolo lavorativo, e sintomi psicofisici. I risultati nel loro complesso suggeriscono indicazioni sui possibili tipi di intervento da attuare per prevenire il manifestarsi di sintomatologie psico-fisiche promuovendo il recupero delle risorse da parte dell’individuo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.