Se si fallisce la scuola il salvagente è la formazione professionale, ma fare riorientamento è uno sconfortante esercizio di applicazione di stereotipi di genere: le ragazze possono diventare cuoche o bariste, ma le ragazze di fede islamica non potrebbero maneggiare alcolici né carne di maiale e forse il lavoro serale e notturno in un ristorante o bar potrebbe metterle in difficoltà. Oppure parrucchiere ed estetiste, ma bisogna essere carine, curate, appassionate di trucco e parrucco e con un aspetto estremamente standardizzato e adattato ai canoni di bellezza femminile correnti. Potrebbero diventare commesse, addette alle strutture turistiche o segretarie, tutti quei lavori insomma dove la femminilità è messa a valore nell’accogliere, mettere a proprio agio, accompagnare il cliente. Nella formazione professionale prevalentemente è in questi tipi di corsi che si instradano le ragazze in fuga dalla scuola. E poi capita la ragazza che fa la dura, Martina, che ascolta il rap e il reggaeton, una testa di dreadlocks e un viso costellato di piercing, vuole lasciare a tutti i costi la scuola professionale di grafico che frequenta, ma qualsiasi percorso professionalizzante le impone di far fuori l’artiglieria pesante disseminata sul viso e rapare la possente capigliatura rasta, dato che negli stage che farebbe con il centro di formazione l’aspetto è fondamentale soprattutto in mestieri come il cuoco, l’estetista, la commessa. Come trovare un percorso formativo adatto alle sue aspirazioni di tatuatrice? Per i futuri irregolari non c’è centro di formazione professionale che tenga.

Ragazze outsider / fulvia antonelli. - In: GLI ASINI. - ISSN 2038-3924. - STAMPA. - 37:marzo(2017), pp. 35-39.

Ragazze outsider

fulvia antonelli
2017

Abstract

Se si fallisce la scuola il salvagente è la formazione professionale, ma fare riorientamento è uno sconfortante esercizio di applicazione di stereotipi di genere: le ragazze possono diventare cuoche o bariste, ma le ragazze di fede islamica non potrebbero maneggiare alcolici né carne di maiale e forse il lavoro serale e notturno in un ristorante o bar potrebbe metterle in difficoltà. Oppure parrucchiere ed estetiste, ma bisogna essere carine, curate, appassionate di trucco e parrucco e con un aspetto estremamente standardizzato e adattato ai canoni di bellezza femminile correnti. Potrebbero diventare commesse, addette alle strutture turistiche o segretarie, tutti quei lavori insomma dove la femminilità è messa a valore nell’accogliere, mettere a proprio agio, accompagnare il cliente. Nella formazione professionale prevalentemente è in questi tipi di corsi che si instradano le ragazze in fuga dalla scuola. E poi capita la ragazza che fa la dura, Martina, che ascolta il rap e il reggaeton, una testa di dreadlocks e un viso costellato di piercing, vuole lasciare a tutti i costi la scuola professionale di grafico che frequenta, ma qualsiasi percorso professionalizzante le impone di far fuori l’artiglieria pesante disseminata sul viso e rapare la possente capigliatura rasta, dato che negli stage che farebbe con il centro di formazione l’aspetto è fondamentale soprattutto in mestieri come il cuoco, l’estetista, la commessa. Come trovare un percorso formativo adatto alle sue aspirazioni di tatuatrice? Per i futuri irregolari non c’è centro di formazione professionale che tenga.
2017
Ragazze outsider / fulvia antonelli. - In: GLI ASINI. - ISSN 2038-3924. - STAMPA. - 37:marzo(2017), pp. 35-39.
fulvia antonelli
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/861796
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact