Gli antibiotici, strumenti fondamentali per la cura delle infezioni batteriche, sono veri e propri farmaci salva-vita. Sempre più spesso siamo raggiunti da notizie che ci informano della diminuzione della loro efficacia terapeutica e di quanto sia fondamentale ridurne i consumi e la loro diffusione nell’ambiente. È noto che a collegare la perdita di efficacia terapeutica degli antibiotici al loro consumo è l’antibiotico-resistenza, un fenomeno naturale di difesa che batteri, e microorganismi in generale, sviluppano quando vengono in contatto con queste sostanze. L’utilizzo degli antibiotici nelle produzioni zootecniche è un argomento estremamente complesso da affrontare in quanto racchiude aspetti molteplici che vanno dal benessere animale alle rese produttive. Tanto si sta facendo per ridurre i quantitativi utilizzati nelle filiere zootecniche, in particolare andando ad agire sulle condizioni di allevamento e di alimentazione che possano migliorare le difese immunitarie degli animali da reddito. Ciononostante, sta di fatto che, anche se in modo più mirato, facendo attenzione a non abusarne e a utilizzarli solo quando strettamente necessario, per la zootecnia gli antibiotici rimangono sostanze a cui si deve necessariamente ricorrere in caso di emergenze sanitarie. Cosa fare dunque delle deiezioni di animali che hanno ricevuto trattamenti antibiotici? Le deiezioni animali rappresentano una matrice ricca di nutrienti per i microorganismi che vivono al loro interno. Tali condizioni peculiari, soprattutto in presenza di antibiotici, possono favorire lo sviluppo di batteri antibiotico-resistenti e facilitano il mantenimento e il trasferimento di geni di antibiotico-resistenza tra specie microbiche diverse. In linea generale, ridurre la quantità di antibiotici e microorganismi antibiotico-resistenti nei reflui zootecnici porta intrinsecamente a ridurre il rischio di esposizione ambientale associato al loro spandimento sui terreni agrari, andando dunque a contenere il ciclo di causa-effetto che si può instaurare tra l’immissione di antibiotici e l’induzione di antibiotico-resistenza in matrici ambientali a stretto contatto quali, appunto, il refluo, il terreno agrario, la coltura foraggera o cerealicola, nonché i corpi idrici superficiali e profondi.

Ilaria Braschi, P.M. (2021). REFLUA, NO ALLA PERSISTENZA DI ANTIBIOTICI NEI LIQUAMI. RIVISTA DI SUINICOLTURA, LXII(7), 44-46.

REFLUA, NO ALLA PERSISTENZA DI ANTIBIOTICI NEI LIQUAMI

Ilaria Braschi;Paola Mattarelli;Luciano Cavani;Paolo Trevisi
2021

Abstract

Gli antibiotici, strumenti fondamentali per la cura delle infezioni batteriche, sono veri e propri farmaci salva-vita. Sempre più spesso siamo raggiunti da notizie che ci informano della diminuzione della loro efficacia terapeutica e di quanto sia fondamentale ridurne i consumi e la loro diffusione nell’ambiente. È noto che a collegare la perdita di efficacia terapeutica degli antibiotici al loro consumo è l’antibiotico-resistenza, un fenomeno naturale di difesa che batteri, e microorganismi in generale, sviluppano quando vengono in contatto con queste sostanze. L’utilizzo degli antibiotici nelle produzioni zootecniche è un argomento estremamente complesso da affrontare in quanto racchiude aspetti molteplici che vanno dal benessere animale alle rese produttive. Tanto si sta facendo per ridurre i quantitativi utilizzati nelle filiere zootecniche, in particolare andando ad agire sulle condizioni di allevamento e di alimentazione che possano migliorare le difese immunitarie degli animali da reddito. Ciononostante, sta di fatto che, anche se in modo più mirato, facendo attenzione a non abusarne e a utilizzarli solo quando strettamente necessario, per la zootecnia gli antibiotici rimangono sostanze a cui si deve necessariamente ricorrere in caso di emergenze sanitarie. Cosa fare dunque delle deiezioni di animali che hanno ricevuto trattamenti antibiotici? Le deiezioni animali rappresentano una matrice ricca di nutrienti per i microorganismi che vivono al loro interno. Tali condizioni peculiari, soprattutto in presenza di antibiotici, possono favorire lo sviluppo di batteri antibiotico-resistenti e facilitano il mantenimento e il trasferimento di geni di antibiotico-resistenza tra specie microbiche diverse. In linea generale, ridurre la quantità di antibiotici e microorganismi antibiotico-resistenti nei reflui zootecnici porta intrinsecamente a ridurre il rischio di esposizione ambientale associato al loro spandimento sui terreni agrari, andando dunque a contenere il ciclo di causa-effetto che si può instaurare tra l’immissione di antibiotici e l’induzione di antibiotico-resistenza in matrici ambientali a stretto contatto quali, appunto, il refluo, il terreno agrario, la coltura foraggera o cerealicola, nonché i corpi idrici superficiali e profondi.
2021
Ilaria Braschi, P.M. (2021). REFLUA, NO ALLA PERSISTENZA DI ANTIBIOTICI NEI LIQUAMI. RIVISTA DI SUINICOLTURA, LXII(7), 44-46.
Ilaria Braschi, Paola Mattarelli, Luciano Cavani, Paolo Trevisi
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