Nel nostro tempo storico attuale, dove le tensioni geopolitiche costituiscono le maggiori forze in campo nella società ed è in atto una globalizzazione e omologazione del pianeta, è lecito sottoporre a verifica la categoria di Sud, chiedendosi quanto essa sia legittimamente utilizzabile. Una parte della narrativa meridionale italiana contemporanea, dai tratti assai netti e riconoscibili, concentra la propria narrazione non solo nel proprio Sud, ma nell’ambiente più ristretto della città o addirittura di una sua parte. È il caso di alcuni narratori napoletani: Maurizio Braucci, Valeria Parrella e Antonio Pascale, che plasmano ambientazioni circoscritte a Napoli e ai suoi quartieri e che costituiscono una sorta di microcosmo autosufficiente dove si muovono ricorsivamente figure, mutatis mutandis, identiche. Al presente statuto della frontiera e dei Sud questi autori, ed è sulle motivazioni di tale scelta che andremo a concentrarci, hanno risposto costruendo delle ‘frontiere letterarie’ in cui racchiudere le loro storie, creando una narrazione esclusiva che sembra non poter superarle.
Matteo Moca (2017). La costruzione della frontiera. La rappresentazione di Napoli in Braucci, Parrella e Pascale. NARRATIVA, 39, 129-138.
La costruzione della frontiera. La rappresentazione di Napoli in Braucci, Parrella e Pascale
Matteo Moca
2017
Abstract
Nel nostro tempo storico attuale, dove le tensioni geopolitiche costituiscono le maggiori forze in campo nella società ed è in atto una globalizzazione e omologazione del pianeta, è lecito sottoporre a verifica la categoria di Sud, chiedendosi quanto essa sia legittimamente utilizzabile. Una parte della narrativa meridionale italiana contemporanea, dai tratti assai netti e riconoscibili, concentra la propria narrazione non solo nel proprio Sud, ma nell’ambiente più ristretto della città o addirittura di una sua parte. È il caso di alcuni narratori napoletani: Maurizio Braucci, Valeria Parrella e Antonio Pascale, che plasmano ambientazioni circoscritte a Napoli e ai suoi quartieri e che costituiscono una sorta di microcosmo autosufficiente dove si muovono ricorsivamente figure, mutatis mutandis, identiche. Al presente statuto della frontiera e dei Sud questi autori, ed è sulle motivazioni di tale scelta che andremo a concentrarci, hanno risposto costruendo delle ‘frontiere letterarie’ in cui racchiudere le loro storie, creando una narrazione esclusiva che sembra non poter superarle.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.