Introduzione. I processi di audit si sono rivelati utili nell’apportare dei miglioramenti nella pratica clinica sulla base delle linee guida. Lo scopo di questo studio è valutare l’impatto di un processo di audit sull’attitudine dei Medici di medicina generale (Mmg) alla registrazione in cartella di condizioni cliniche e trattamenti raccomandati nei pazienti con pregresso infarto acuto del miocardio (Ima) o sindrome coronarica acuta (Sca). Materiali e metodi. La popolazione studiata comprende i Mmg dell’Azienda sanitaria locale di Bologna, che assistono pazienti dimessi da qualsiasi ospedale italiano tra il 2004 e il 2008, con diagnosi di Ima o Sca. I dati clinici dei pazienti eleggibili sono stati estratti dalle cartelle cliniche dei Mmg prima e dopo l’intervento di audit, costituendo due database linkabili attraverso il codice identificativo del Mmg. Sono stati analizzati i dati registrati dai medici che risultano presenti nei database sia pre-audit che post-audit. Risultati. Sono risultati eleggibili 348 Mmg. La media compilativa dei valori pressori e delle informazioni sull’abitudine tabagica e indice di massa corporea aumenta nella fase post-audit in modo statisticamente significativo; altre informazioni sugli stili di vita (consumo di alcol e attività fisica) vengono registrate solo nella fase post intervento. Anche la registrazione in cartella dei farmaci previsti in prevenzione secondaria migliora nella fase post-audit, in particolare per gli antiaggreganti (da 70,3% a 77,2%; p = 0,038) e le statine (da 71,4% a 74,8%; p = 0,022). Inoltre, dopo l’intervento, l’87,6% dei medici registra in cartella almeno 3 dei 4 farmaci raccomandati al 60% o più dei propri pazienti post Ima o Sca, raggiungendo il target sottoposto a incentivo economico. Discussione. I risultati mostrano che un intervento di audit aumenta la consapevolezza dei medici dell’importanza di monitorare stili di vita e altre condizioni cliniche attraverso una più completa registrazione delle informazioni in cartella clinica, richiamando l’attenzione sulle scelte clinico-assistenziali.
Enrica Perrone, S.R. (2016). L’audit clinico nell’implementazione di raccomandazioni sull’assistenza dei pazienti con pregresso infarto acuto del miocardio nel Dipartimento di cure primarie dell’Ausl di Bologna: un caso studio. POLITICHE SANITARIE, 17, 97-104 [10.1706/2306.24808].
L’audit clinico nell’implementazione di raccomandazioni sull’assistenza dei pazienti con pregresso infarto acuto del miocardio nel Dipartimento di cure primarie dell’Ausl di Bologna: un caso studio
Enrica Perrone;Simona Rosa;Carlo Descovich;Emanuele Ciotti;Maria Pia Fantini
2016
Abstract
Introduzione. I processi di audit si sono rivelati utili nell’apportare dei miglioramenti nella pratica clinica sulla base delle linee guida. Lo scopo di questo studio è valutare l’impatto di un processo di audit sull’attitudine dei Medici di medicina generale (Mmg) alla registrazione in cartella di condizioni cliniche e trattamenti raccomandati nei pazienti con pregresso infarto acuto del miocardio (Ima) o sindrome coronarica acuta (Sca). Materiali e metodi. La popolazione studiata comprende i Mmg dell’Azienda sanitaria locale di Bologna, che assistono pazienti dimessi da qualsiasi ospedale italiano tra il 2004 e il 2008, con diagnosi di Ima o Sca. I dati clinici dei pazienti eleggibili sono stati estratti dalle cartelle cliniche dei Mmg prima e dopo l’intervento di audit, costituendo due database linkabili attraverso il codice identificativo del Mmg. Sono stati analizzati i dati registrati dai medici che risultano presenti nei database sia pre-audit che post-audit. Risultati. Sono risultati eleggibili 348 Mmg. La media compilativa dei valori pressori e delle informazioni sull’abitudine tabagica e indice di massa corporea aumenta nella fase post-audit in modo statisticamente significativo; altre informazioni sugli stili di vita (consumo di alcol e attività fisica) vengono registrate solo nella fase post intervento. Anche la registrazione in cartella dei farmaci previsti in prevenzione secondaria migliora nella fase post-audit, in particolare per gli antiaggreganti (da 70,3% a 77,2%; p = 0,038) e le statine (da 71,4% a 74,8%; p = 0,022). Inoltre, dopo l’intervento, l’87,6% dei medici registra in cartella almeno 3 dei 4 farmaci raccomandati al 60% o più dei propri pazienti post Ima o Sca, raggiungendo il target sottoposto a incentivo economico. Discussione. I risultati mostrano che un intervento di audit aumenta la consapevolezza dei medici dell’importanza di monitorare stili di vita e altre condizioni cliniche attraverso una più completa registrazione delle informazioni in cartella clinica, richiamando l’attenzione sulle scelte clinico-assistenziali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.