Il saggio prende in esame le ultime terzine di Inferno, xiii, in cui Dante incontra l’anima di un anonimo suicida fiorentino. L’anima funge, al pari delle altre, come exemplum del vizio commesso in vita e, dunque, viene convocata da Dante per meglio esemplificare il peccato del suicidio. Il contributo segnala, nel corpus omiletico del francescano Servasanto da Faenza, vicino a Dante sia geograficamente sia cronologicamente, un analogo exemplum e indaga il possibile rapporto tra questi due testi.

La retorica dell'anonimato. Materiali per "Inferno" XIII, 130-51

Nicolo Maldina
2016

Abstract

Il saggio prende in esame le ultime terzine di Inferno, xiii, in cui Dante incontra l’anima di un anonimo suicida fiorentino. L’anima funge, al pari delle altre, come exemplum del vizio commesso in vita e, dunque, viene convocata da Dante per meglio esemplificare il peccato del suicidio. Il contributo segnala, nel corpus omiletico del francescano Servasanto da Faenza, vicino a Dante sia geograficamente sia cronologicamente, un analogo exemplum e indaga il possibile rapporto tra questi due testi.
2016
Nicolo Maldina
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