Archeologia preventiva e ricerca nella Valle del Nevola (Marche, Italia). La scoperta "programmata" di una necropoli a Corinaldo

The article illustrates the role played by geophysical survey techniques in the discovery and preventive characterization of a previously unknown extensive Picenian and Roman necropolis (7th century BC - 3rd century AD) in Corinaldo (Contrada Nevola) in northern Marche. Part of the ArcheoNevola Project, directed by the University of Bologna in collaboration with SABAP Marche AN-PU, the Municipality of Corinaldo and other territorial institutions, the activities described come under a procedure of preventive archaeology, which has seen archaeology - first with indirect and non-invasive methods, then through excavation - as the protagonist of the planning and new building program promoting the discovery. The significant archaeological acquisition is recounted in the light of the application of the different geophysical methods used in combination, from each of which an important contribution emerges for the identification of aspects and components of the site and for the description of its rich buried potential. Of particular relevance and originality are the indications derived from the geomagnetic (with potassium gradiometry) and extensive geoelectrical (with ARP technology) prospections, and the in-depth study of the magnetic susceptibility and electrical resistivity values recorded, which are interpreted following the stratigraphic findings and with direct measurements on the finds acquired during the excavation. Thanks to the comparison with the archaeological data, the contribution of the prospecting techniques is analyzed critically and the need for their combination clearly emerges for the understanding of the different phases of the site's frequentation and their respective major evidence, well indicated by resistivity survey for the Picenian circular ditches, and by magnetometry for the burial ground of the Roman age and for the most ancient material (fictile and metal) survivals.

L’articolo illustra il ruolo giocato dalle tecniche di indagine geofisica nella scoperta e caratterizzazione preventiva di una estesa necropoli picena e romana (VII secolo a.C. – III secolo d.C.) in precedenza sconosciuta, a Corinaldo (Contrada Nevola) nelle Marche settentrionali. Parte del Progetto ArcheoNevola, diretto dall’Università di Bologna in collaborazione con la SABAP Marche AN-PU, il Comune di Corinaldo e altre istituzioni territoriali, le attività descritte rientrano in una procedura di archeologia preventiva, che ha visto l’archeologia – prima con metodi indiretti e non invasivi, poi tramite scavo – protagonista del programma di pianificazione e di nuova costruzione edilizia promotore della scoperta. La significativa acquisizione archeologica viene raccontata alla luce dell’applicazione dei differenti metodi geofisici utilizzati in modo combinato, da ciascuno dei quali emerge un importante contributo per l’identificazione di aspetti e componenti del sito e per la descrizione del suo ricco potenziale sepolto. Di particolare rilevanza e originalità sono le indicazioni derivanti dalle prospezioni geomagnetiche (con gradiometria al potassio) e geoelettriche estensive (con tecnologia ARP) e l’approfondimento sui valori di suscettività magnetica e di resistività elettrica registrati, che vengono interpretati in seguito al riscontro stratigrafico e con misure dirette sui reperti acquisite durante lo scavo. Grazie al confronto con il dato archeologico, l’apporto delle tecniche di prospezione è analizzato in chiave critica ed emerge con chiarezza la necessità della loro combinazione per la comprensione delle diverse fasi di frequentazione del sito e delle rispettive maggiori evidenze, ben indiziate dal survey geoelettrico per i fossati circolari di età picena, e dalla magnetometria per il sepolcreto di età romana e per le sopravvivenze materiali (fittili e metalliche) più antiche.