Il tema della diversità linguistica è al centro di numerose ricerche, soprattutto di ambito sociolinguistico e tipologico. Eppure nell’area delle scienze del linguaggio pare mancare, ancora, una vera teoria della diversità, che possa ricondurre ad un quadro omogeneo ed unitario le sue numerose accezioni e tutte le prospettive nelle quali può essere osservata. La diversità linguistica, in effetti, può indicare sia la differenza tra lingue, sia la differenza tra strutture linguistiche. Esse può essere poi rilevata sia in prospettiva ‘orizzontale’, cioè nello spazio fisico, sia in prospettiva ‘verticale’, quindi all’interno di una singola comunità e degli strati sociali in cui è organizzata. In più, alla maggior o minore divergenza tra strutture linguistiche i parlanti possono attribuire valori diversi e questo ci porta a considerare anche il rapporto tra diversità reale e diversità percepita. In questo contributo vorrei proporre alcune considerazioni che possano contribuire a ricondurre a un quadro unitario le varie accezioni che può assumere, nell’area delle scienze del linguaggio, il termine diversità (linguistica), nel quadro di una possibile integrazione delle prospettive tipologica e sociolinguistica.
Grandi N. (2020). LA DIVERSITÀ INEVITABILE. LA VARIAZIONE LINGUISTICA TRA TIPOLOGIA E SOCIOLINGUISTICA. ITALIANO LINGUADUE, 12(1), 416-429 [10.13130/2037-3597/13864].
LA DIVERSITÀ INEVITABILE. LA VARIAZIONE LINGUISTICA TRA TIPOLOGIA E SOCIOLINGUISTICA
Grandi N.
2020
Abstract
Il tema della diversità linguistica è al centro di numerose ricerche, soprattutto di ambito sociolinguistico e tipologico. Eppure nell’area delle scienze del linguaggio pare mancare, ancora, una vera teoria della diversità, che possa ricondurre ad un quadro omogeneo ed unitario le sue numerose accezioni e tutte le prospettive nelle quali può essere osservata. La diversità linguistica, in effetti, può indicare sia la differenza tra lingue, sia la differenza tra strutture linguistiche. Esse può essere poi rilevata sia in prospettiva ‘orizzontale’, cioè nello spazio fisico, sia in prospettiva ‘verticale’, quindi all’interno di una singola comunità e degli strati sociali in cui è organizzata. In più, alla maggior o minore divergenza tra strutture linguistiche i parlanti possono attribuire valori diversi e questo ci porta a considerare anche il rapporto tra diversità reale e diversità percepita. In questo contributo vorrei proporre alcune considerazioni che possano contribuire a ricondurre a un quadro unitario le varie accezioni che può assumere, nell’area delle scienze del linguaggio, il termine diversità (linguistica), nel quadro di una possibile integrazione delle prospettive tipologica e sociolinguistica.File | Dimensione | Formato | |
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