Come si evince dal titolo, al Fondo Industria Meccanica (1947) venne affidata una missione impossibile: finanziare cioè anche aziende decotte, sapendo che un risanamento a breve termine sarebbe stato difficile, ma lasciare senza lavoro migliaia di operai inammissibile. Finalità di politica sociale si scontrarono con quelle di sana gestione, tanto che gli stessi amministratori del FIM in liquidazione definirono il loro compito “la strada scabrosa del risanamento economico delle aziende che presentano fondate possibilità di ripresa”. Il FIM finì per nazionalizzare alcuni grandi gruppi in difficoltà non sacrificabili, e per liquidare alcune aziende minori in forte perdita. Attirandosi le critiche da ogni parte: dagli osservatori economici di allora, dai suoi stessi amministratori, dai dirigenti delle aziende poste in liquidazione e dai sindacati. Con il senno di poi, guardando ai successi ad esempio delle imprese maggiormente aiutate dal FIM come Fiat e Finmeccanica, forse le critiche potevano essere più lungimiranti e magari la sfiducia negli amministratori ¬- lontani dalle malversazioni e i clientelismi che saranno comuni nella gestione successiva degli enti statali - meno drastica.
F. Fauri (2007). "La strada scabrosa del risanamento economico delle aziende": la missione impossibile del Fim. IMPRESE E STORIA, n.36, luglio-dicembre 2007, 193-217.
"La strada scabrosa del risanamento economico delle aziende": la missione impossibile del Fim
FAURI, FRANCESCA
2007
Abstract
Come si evince dal titolo, al Fondo Industria Meccanica (1947) venne affidata una missione impossibile: finanziare cioè anche aziende decotte, sapendo che un risanamento a breve termine sarebbe stato difficile, ma lasciare senza lavoro migliaia di operai inammissibile. Finalità di politica sociale si scontrarono con quelle di sana gestione, tanto che gli stessi amministratori del FIM in liquidazione definirono il loro compito “la strada scabrosa del risanamento economico delle aziende che presentano fondate possibilità di ripresa”. Il FIM finì per nazionalizzare alcuni grandi gruppi in difficoltà non sacrificabili, e per liquidare alcune aziende minori in forte perdita. Attirandosi le critiche da ogni parte: dagli osservatori economici di allora, dai suoi stessi amministratori, dai dirigenti delle aziende poste in liquidazione e dai sindacati. Con il senno di poi, guardando ai successi ad esempio delle imprese maggiormente aiutate dal FIM come Fiat e Finmeccanica, forse le critiche potevano essere più lungimiranti e magari la sfiducia negli amministratori ¬- lontani dalle malversazioni e i clientelismi che saranno comuni nella gestione successiva degli enti statali - meno drastica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.