Il contributo si propone di evidenziare le discriminazioni, spesso intersezionali, tra sessismo, razzismo, omofobia, presenti nel mondo del calcio ai danni delle atlete che praticano questo sport. In particolare, sono prese in esame le rappresentazioni mediatiche del calcio femminile e di coloro che lo animano, gli episodi di razzismo che caratterizzano tutto il panorama calcistico italiano e una dimensione istituzionale e giuridica che penalizza le donne dedite allo sport, anche ai livelli più elevati. Lo studio si sviluppa a partire da una prospettiva che interseca pedagogia interculturale e di genere, al fine di articolare un’analisi che possa far emergere e affrontare forme plurime di discriminazione. Nell’attualità, la figura della calciatrice, specie nel contesto italiano, porta allo scoperto le conseguenze aggressive del violare il tabù dei tabù del sesso forte: il calcio non è uno sport per signorine. Il fenomeno palesa la storia di una discriminazione, che potrebbe apparire un’inezia se confrontata alle drammatiche condizioni subite dalle donne in tanti contesti, ma che è un lampante esempio di discriminazioni plurime che fanno dell’avversione verso le donne un’esclusione per legge.

Tra razzismo e sessismo, il caso delle calciatrici. Una riflessione pedagogica interculturale e di genere.

Stefania Lorenzini
2020

Abstract

Il contributo si propone di evidenziare le discriminazioni, spesso intersezionali, tra sessismo, razzismo, omofobia, presenti nel mondo del calcio ai danni delle atlete che praticano questo sport. In particolare, sono prese in esame le rappresentazioni mediatiche del calcio femminile e di coloro che lo animano, gli episodi di razzismo che caratterizzano tutto il panorama calcistico italiano e una dimensione istituzionale e giuridica che penalizza le donne dedite allo sport, anche ai livelli più elevati. Lo studio si sviluppa a partire da una prospettiva che interseca pedagogia interculturale e di genere, al fine di articolare un’analisi che possa far emergere e affrontare forme plurime di discriminazione. Nell’attualità, la figura della calciatrice, specie nel contesto italiano, porta allo scoperto le conseguenze aggressive del violare il tabù dei tabù del sesso forte: il calcio non è uno sport per signorine. Il fenomeno palesa la storia di una discriminazione, che potrebbe apparire un’inezia se confrontata alle drammatiche condizioni subite dalle donne in tanti contesti, ma che è un lampante esempio di discriminazioni plurime che fanno dell’avversione verso le donne un’esclusione per legge.
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