Il recupero storiografico delle radici municipali si manifesta a Bologna già negli anni Ottanta del secolo XIX in chiave di ambientazione ambientale di immaginario visualizzato, ma come si declina l'indagine sul basso medioevo urbano nelle arti figurative? Il rapporto della città con il suo passato artistico si può leggere in controluce nella vicenda ottocentesca dell'Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, mentre lascia perplessi la quasi totale mancanza del fenomeno del recupero antiquario. L'immaginario quattrocentesco è tutto da costruire, se si pensa che fra l'età di Mazzini e quella di Carducci sono ben poche le attestazioni di raffigurazioni di soggetti bolognesi medievali e rinascimentali, o le prove di pittori bolognesi su tematiche affini. A ben vedere, l'unico tema storico "bolognese" che cattura l'attenzione degli artisti anche fuori dei confini municipali non è quattrocentesco, bensì trova collocazione nei tempi gloriosi del libero Comune: si tratta della vicenda degli amanti sfortunati Imelda e Bonifacio, sullo sfondo delle lotte fra Lambertazzi ghibellini e Geremei guelfi. Ben diversa sarà l'attenzione che Luigi Serra riserverà di lì a poco alla pittura del Quattrocento, sostenuta da un'interpretazione "romantica" del Rinascimento, idealizzato attraverso gli artifici dell'allegoria: una mitopoiesi del passato cittadino che resta intatta fin dentro il Novecento, come testimonia un genere letterario che a Bologna vanta una lunga tradizione, quello delle guide della città, eredi secolari delle "laudes Bononiae", perenne conferma della centralità dello Studio nel panorama interiore urbano.
L. Quaquarelli (2008). Lettura ottoocentesca del Quattrocento bolognese: ricerca erudita e rievocazione pittorica. BOLOGNA : I libri di Emil.
Lettura ottoocentesca del Quattrocento bolognese: ricerca erudita e rievocazione pittorica
QUAQUARELLI, LEONARDO
2008
Abstract
Il recupero storiografico delle radici municipali si manifesta a Bologna già negli anni Ottanta del secolo XIX in chiave di ambientazione ambientale di immaginario visualizzato, ma come si declina l'indagine sul basso medioevo urbano nelle arti figurative? Il rapporto della città con il suo passato artistico si può leggere in controluce nella vicenda ottocentesca dell'Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, mentre lascia perplessi la quasi totale mancanza del fenomeno del recupero antiquario. L'immaginario quattrocentesco è tutto da costruire, se si pensa che fra l'età di Mazzini e quella di Carducci sono ben poche le attestazioni di raffigurazioni di soggetti bolognesi medievali e rinascimentali, o le prove di pittori bolognesi su tematiche affini. A ben vedere, l'unico tema storico "bolognese" che cattura l'attenzione degli artisti anche fuori dei confini municipali non è quattrocentesco, bensì trova collocazione nei tempi gloriosi del libero Comune: si tratta della vicenda degli amanti sfortunati Imelda e Bonifacio, sullo sfondo delle lotte fra Lambertazzi ghibellini e Geremei guelfi. Ben diversa sarà l'attenzione che Luigi Serra riserverà di lì a poco alla pittura del Quattrocento, sostenuta da un'interpretazione "romantica" del Rinascimento, idealizzato attraverso gli artifici dell'allegoria: una mitopoiesi del passato cittadino che resta intatta fin dentro il Novecento, come testimonia un genere letterario che a Bologna vanta una lunga tradizione, quello delle guide della città, eredi secolari delle "laudes Bononiae", perenne conferma della centralità dello Studio nel panorama interiore urbano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.