Gli scavi nell’abitato dell’età del bronzo di via Ordiere - Solarolo (RA)

Recent investigations carried out at the archaeological site of Solarolo, via Ordiere have identified a complex settlement, made up of several distinct residential areas with a total size of 7 ha. The settlement belongs to a long period from Middle Bronze 1 to an advanced phase of the Recent Bronze Age. The settlement arose on the bank of an old course of the Santerno river, 25 m wide and about 12 m deep, with evident marks of anthropic works on the side next to the settlement. The most accurately investigated area (sector 1) shows a strip 15 m wide without particular features left as a buffer zone between the river and the settled area, while inside several dwellings have been identified: pile dwellings in the earliest phase, followed by huts with clay floor in a later phase. Both features belong to the middle phase of MBA, characterized by the presence of several markers of Grotta Nuova facies together with others of Terramare facies. In some ceramics we can identify an authentic combination of shapes, handles or ornaments belonging respectively to each facies.

Le recenti indagini intraprese nel villaggio dell’età del Bronzo di Solarolo, via Ordiere hanno messo in luce un abitato caratterizzato da più nuclei insediativi distribuiti in un’area complessiva di ca. 7 ha, databile tra la media età del Bronzo (fase BM1 finale) e l’età del Bronzo recente avanzata (fase BR2 finale). Il villaggio è sorto sulle sponde di un antico paleoalveo del Santerno, largo ca. m 25 e profondo ca. m 12 con evidenti segni di regolarizzazione artificiale della sponda. Il nucleo abitato indagato in modo continuativo (settore 1) sulla sponda destra del fiume è caratterizzato da una fascia di rispetto apparentemente lasciata sgombra da strutture abitative di ca. 15 m e dalle tracce di capanne relative a varie tipologie costruttive. La più antica è formata da abitazioni su impalcato sostenuto da pali verticali, mentre ad una fase posteriore appartiene una struttura con pavimento a terra in limo sterile riportato. I reperti ceramici indicano una compresenza in percentuali simili degli indicatori della facies di Grotta Nuova (gruppo Farneto-Monte Castellaccio) e di quelli della facies terramaricola con elementi che rappresentano vere e proprie fusioni di fogge ceramiche con forme e decorazioni caratterizzanti altrove produzioni distinte.