L’intervento è parte di un numero monografico che la nota rivista ha dedicato a diversificate esperienze sorte sul territorio nazionale col fine di rivitalizzare in chiave interculturale i modi del narrare letterario. L’articolo ripercorre, sulla base di un’esperienza sotto molti versanti pionieristica, largamente sostenuta dalla sensibilità del bolognese Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica per la cosiddetta “terza missione” dell’insegnamento universitario, rivolto a tematiche di alta reattività sociale, le strategie messe in campo per una più incisiva ricaduta di opzioni di didattica interculturale. La preoccupante involuzione della sensibilità civile a fronte di processi migratori inarrestabili, e che dovrebbero spingere a traguardare metodiche largamente inclusive nel vivere comunitario, hanno spinto a realizzare esperienze sempre più a intreccio fra allievi di varia provenienza attivi negli incontri, e nella laboriosità narrativa che ne deriva. Da espressioni di creazione individuale, la formula operativa si è concentrata, con soddisfacente efficacia anche sotto l’aspetto di qualità dei racconti, a micro-gruppi indirizzati ad uno scambio accogliente e reattivo agli elementi di diversità, di cui sono portatori i nuovi partecipanti, sempre più espressione dello status di rifugiati e richiedenti asilo, carichi di reali storie di drammatici transiti, che anche la cultura d’accoglienza è chiamata ad elaborare.
Laboratori di scrittura
Fulvio Pezzarossa
2018
Abstract
L’intervento è parte di un numero monografico che la nota rivista ha dedicato a diversificate esperienze sorte sul territorio nazionale col fine di rivitalizzare in chiave interculturale i modi del narrare letterario. L’articolo ripercorre, sulla base di un’esperienza sotto molti versanti pionieristica, largamente sostenuta dalla sensibilità del bolognese Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica per la cosiddetta “terza missione” dell’insegnamento universitario, rivolto a tematiche di alta reattività sociale, le strategie messe in campo per una più incisiva ricaduta di opzioni di didattica interculturale. La preoccupante involuzione della sensibilità civile a fronte di processi migratori inarrestabili, e che dovrebbero spingere a traguardare metodiche largamente inclusive nel vivere comunitario, hanno spinto a realizzare esperienze sempre più a intreccio fra allievi di varia provenienza attivi negli incontri, e nella laboriosità narrativa che ne deriva. Da espressioni di creazione individuale, la formula operativa si è concentrata, con soddisfacente efficacia anche sotto l’aspetto di qualità dei racconti, a micro-gruppi indirizzati ad uno scambio accogliente e reattivo agli elementi di diversità, di cui sono portatori i nuovi partecipanti, sempre più espressione dello status di rifugiati e richiedenti asilo, carichi di reali storie di drammatici transiti, che anche la cultura d’accoglienza è chiamata ad elaborare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.