La diffusione di impianti a biogas per la produzione di energia elettrica e termica da substrati di origine agro-zootecnica, stimolata principalmente dal sistema di incentivazione diretta dell’energia prodotta da parte del GSE, è una causa rilevante alla base di alcune distorsioni che hanno interessato il mercato fondiario delle aree interessate dal fenomeno. Se da un lato, lo sviluppo di questa tecnologia ha dato la possibilità all’imprenditore agricolo di diversificare il proprio reddito e di ottenere nuove opportunità di ricavo sfruttando materiale di scarto come letame e liquame, dall’altro la concentrazione degli impianti in aree a prevalente vocazione maidicola per la zootecnia ha modificato alcuni equilibri di mercato che meritano di essere analizzati in quanto strettamente collegati alla filiera di produzione primaria. Il terreno agricolo assume, dunque, una potenziale duplice destinazione, alimentare o energetica, e la scelta tra le due non può essere esclusivamente di natura economica in considerazione anche delle questioni etiche sollevate recentemente da più parti in merito proprio a questa destinazione no-food dei fondi e delle relative colture. Di conseguenza, anche il mercato delle compravendite ma soprattutto degli affitti fondiari ne ha subito delle modificazioni. L’obiettivo del presente studio è, dunque, quello di verificare se esiste un legame tra la diffusione di impianti a biogas e il prezzo di affitto dei terreni agricoli (inteso come richiesta di terreni per l’attività di produzione della biomassa), in un determinato contesto territoriale. L’analisi ha considerato dei parametri “tradizionali”, come l’incidenza sul prezzo di affitto dei terreni agricoli da parte del prezzo dei cereali e la presenza della contributo PAC (in termini di pagamento diretto) e ne ha ipotizzato altri introdotti dalla nuova situazione come la prossimità ad impianti di biogas, condizione che in alcune aree appare essere imprescindibile dalla valutazione monetaria del canone di affitto. Si deve sottolineare anche che il legame tra filiera energetica da biogas e attività agricola è favorito dal fatto che, per ottenere una fiscalità agevolata, la società proprietaria dell’impianto abbia all’interno del proprio organigramma almeno un imprenditore agricolo professionale (IAP) e che i substrati di alimentazione derivino per almeno il 51% da terreni di proprietà o in affitto della società stessa. Ciò ha rappresentato ovviamente una motivazione importante per la ricerca di terreni, influenzandone la dinamica del mercato. Gli autori, sulla base di tali considerazioni e di un’analisi della bibliografia sulla filiera agro-energetica e il suo sviluppo territoriale (Fabbri et alii, 2013; GSE, 2013; Zezza, 2008), hanno isolato alcuni parametri ritenuti di maggior rilievo sull’andamento del mercato fondiario al fine di verificare e valutare l’influenza degli stessi sul valore dei canoni di affitto dei terreni.

Una valutazione degli effetti della diffusione degli impianti per il biogas sui contratti di locazione dei terreni agricoli / A. Castellini, A. Ragazzoni. - In: AESTIMUM. - ISSN 1592-6117. - STAMPA. - SI:XLIII Incontro di Studio del Ce.S.E.T.(2015), pp. 101-116. [https://doi.org/10.13128/Aestimum-17887]

Una valutazione degli effetti della diffusione degli impianti per il biogas sui contratti di locazione dei terreni agricoli

A. Castellini
;
A. Ragazzoni
2015

Abstract

La diffusione di impianti a biogas per la produzione di energia elettrica e termica da substrati di origine agro-zootecnica, stimolata principalmente dal sistema di incentivazione diretta dell’energia prodotta da parte del GSE, è una causa rilevante alla base di alcune distorsioni che hanno interessato il mercato fondiario delle aree interessate dal fenomeno. Se da un lato, lo sviluppo di questa tecnologia ha dato la possibilità all’imprenditore agricolo di diversificare il proprio reddito e di ottenere nuove opportunità di ricavo sfruttando materiale di scarto come letame e liquame, dall’altro la concentrazione degli impianti in aree a prevalente vocazione maidicola per la zootecnia ha modificato alcuni equilibri di mercato che meritano di essere analizzati in quanto strettamente collegati alla filiera di produzione primaria. Il terreno agricolo assume, dunque, una potenziale duplice destinazione, alimentare o energetica, e la scelta tra le due non può essere esclusivamente di natura economica in considerazione anche delle questioni etiche sollevate recentemente da più parti in merito proprio a questa destinazione no-food dei fondi e delle relative colture. Di conseguenza, anche il mercato delle compravendite ma soprattutto degli affitti fondiari ne ha subito delle modificazioni. L’obiettivo del presente studio è, dunque, quello di verificare se esiste un legame tra la diffusione di impianti a biogas e il prezzo di affitto dei terreni agricoli (inteso come richiesta di terreni per l’attività di produzione della biomassa), in un determinato contesto territoriale. L’analisi ha considerato dei parametri “tradizionali”, come l’incidenza sul prezzo di affitto dei terreni agricoli da parte del prezzo dei cereali e la presenza della contributo PAC (in termini di pagamento diretto) e ne ha ipotizzato altri introdotti dalla nuova situazione come la prossimità ad impianti di biogas, condizione che in alcune aree appare essere imprescindibile dalla valutazione monetaria del canone di affitto. Si deve sottolineare anche che il legame tra filiera energetica da biogas e attività agricola è favorito dal fatto che, per ottenere una fiscalità agevolata, la società proprietaria dell’impianto abbia all’interno del proprio organigramma almeno un imprenditore agricolo professionale (IAP) e che i substrati di alimentazione derivino per almeno il 51% da terreni di proprietà o in affitto della società stessa. Ciò ha rappresentato ovviamente una motivazione importante per la ricerca di terreni, influenzandone la dinamica del mercato. Gli autori, sulla base di tali considerazioni e di un’analisi della bibliografia sulla filiera agro-energetica e il suo sviluppo territoriale (Fabbri et alii, 2013; GSE, 2013; Zezza, 2008), hanno isolato alcuni parametri ritenuti di maggior rilievo sull’andamento del mercato fondiario al fine di verificare e valutare l’influenza degli stessi sul valore dei canoni di affitto dei terreni.
2015
Una valutazione degli effetti della diffusione degli impianti per il biogas sui contratti di locazione dei terreni agricoli / A. Castellini, A. Ragazzoni. - In: AESTIMUM. - ISSN 1592-6117. - STAMPA. - SI:XLIII Incontro di Studio del Ce.S.E.T.(2015), pp. 101-116. [https://doi.org/10.13128/Aestimum-17887]
A. Castellini, A. Ragazzoni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/655319
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