L'articolo esamina i testi di satira del villano italiani del XIV e XV secolo, evidenziando le differenze nell'immaginario relativo al furto contadino. Si può individuare una corrente toscana esplicitamente antimezzadrile, in cui il protagonista dei furti è il mezzadro che imbroglia il suo padrone al momento della spartizione dei frutti, mentre nei testi di produzione padana il contratto di mezzadria e il canone della metà non rientrano né nelle scene di furto contadino, né nelle lamentele dei rustici. Emerge pertanto una dicotomia che può essere letta come il portato letterario e culturale della precoce diffusione che la mezzadria conobbe nelle campagne toscane (fiorentine e senesi in particolare), arrivando a toccare il piano dell'immaginario con la creazione di topoi legati alla condizione mezzadrile, che si diffonderanno altrove solo successivamente, seguendo l'espandersi del contratto di mezzadria.
Il contadino ladro. Sfumature di una figura letteraria bassomedievale
Filippo Ribani
2018
Abstract
L'articolo esamina i testi di satira del villano italiani del XIV e XV secolo, evidenziando le differenze nell'immaginario relativo al furto contadino. Si può individuare una corrente toscana esplicitamente antimezzadrile, in cui il protagonista dei furti è il mezzadro che imbroglia il suo padrone al momento della spartizione dei frutti, mentre nei testi di produzione padana il contratto di mezzadria e il canone della metà non rientrano né nelle scene di furto contadino, né nelle lamentele dei rustici. Emerge pertanto una dicotomia che può essere letta come il portato letterario e culturale della precoce diffusione che la mezzadria conobbe nelle campagne toscane (fiorentine e senesi in particolare), arrivando a toccare il piano dell'immaginario con la creazione di topoi legati alla condizione mezzadrile, che si diffonderanno altrove solo successivamente, seguendo l'espandersi del contratto di mezzadria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
