Gli oli essenziali, così come gli idrolati, sono considerati composti bioattivi di origine vegetale e quindi “naturali”. Questo spiega il sempre maggiore interesse verso le potenzialità in svariati ambiti compreso quello della conservazione del patrimonio culturale. Uno dei problemi più annosi da risolvere nel campo della conservazione dei documenti grafici è il trattamento preliminare al restauro per mettere in sicurezza l’opera dal punto di vista microbiologico. Questo problema è stato affrontato dal nostro gruppo di ricerca sviluppando uno studio volto a valutare l’efficacia degli idrolati quando integrati nel gel di gellano (GELYD) per conferirgli un’azione citocida verso i biodeteriogeni della carta. La fase successiva al nostro studio è stata quella di indagare l’azione del GELYD quando posto in ambienti confinati non a diretto contatto con l’opera al fine di valutarne l’azione preventiva vs l’attacco di biodeteriogeni al patrimonio cartaceo. Dati preliminari di laboratorio sono stati ottenuti utilizzando contenitori di diverso volume (piccoli, medi e grandi) sul fondo dei quali sono stati posti tasselli di carta Whatman assieme a piastre Petri contenenti 15 ml di solo gellano o di GELYD ottenuto con idrolati di Monarda citriodora o Citrus aurantium. Sono stati condotti due tipologie di esperimenti. Nel primo caso i tasselli di carta sono stati seminati con 50 l di una sospensione caratterizzata da ceppi fungini isolati da opere cartacee (Aspergillus sydowii, Penicillium chrysogenum e Cladosporium spherospermum) e, settimanalmente, è stato valutato il segnale dell’ATP presente sui tasselli trattati e di controllo. Nel secondo caso i campioni di carta Whatman sono stati lasciati a temperatura ambiente per 7-14 e 21 gg per poi essere analizzati al settimo e al quattordicesimo giorno mediante analisi dei composti volatili eseguita con gascromatografia abbinata a spettrometria di massa (GC-MS). Mentre tutti e tre i tempi sono stati analizzati per la qualità dell’aria negli ambienti confinati mediante campionamento dei composti volatili con tecnica di preconcentrazione denominata microestrazione in fase solida (Solid Phase Microextraction-SPME). I risultati delle analisi microbiologiche mostrano come il GELYD sia in grado di abbattere la carica fungina quando posto in ambienti confinati. Mentre, i dati ottenuti dall’analisi relativa alla qualità dell’aria e ai residui sulla carta, indicano che le componenti volatili terpeniche degli idrolati sono rilevabili sin dai primi giorni di esposizione del GELYD nell’ambiente confinato; le stesse componenti non sono rilevabili sulla carta sin tanto che, per deposizione, non raggiungono una concentrazione superiore alla soglia di sensibilità dello strumento che, nel nostro caso, è raggiunto solo dopo i primi 14 giorni di esposizione. I nostri dati preliminari individuano un nuovo potenziale uso del GELYD nella prevenzione della contaminazione da biodeteriogeni del patrimonio cartaceo posto in ambienti confinati, anche se ulteriori indagini volte a valutarne la sicurezza d’uso sull’opera sono necessarie e in fase di sviluppo.

Potenziale uso di idrolati in forma ”GELYD” come prevenzione per biodeteriogeni in ambienti confinati

Di Vito M.;Bellardi M. G.;Mattarelli P.;
2018

Abstract

Gli oli essenziali, così come gli idrolati, sono considerati composti bioattivi di origine vegetale e quindi “naturali”. Questo spiega il sempre maggiore interesse verso le potenzialità in svariati ambiti compreso quello della conservazione del patrimonio culturale. Uno dei problemi più annosi da risolvere nel campo della conservazione dei documenti grafici è il trattamento preliminare al restauro per mettere in sicurezza l’opera dal punto di vista microbiologico. Questo problema è stato affrontato dal nostro gruppo di ricerca sviluppando uno studio volto a valutare l’efficacia degli idrolati quando integrati nel gel di gellano (GELYD) per conferirgli un’azione citocida verso i biodeteriogeni della carta. La fase successiva al nostro studio è stata quella di indagare l’azione del GELYD quando posto in ambienti confinati non a diretto contatto con l’opera al fine di valutarne l’azione preventiva vs l’attacco di biodeteriogeni al patrimonio cartaceo. Dati preliminari di laboratorio sono stati ottenuti utilizzando contenitori di diverso volume (piccoli, medi e grandi) sul fondo dei quali sono stati posti tasselli di carta Whatman assieme a piastre Petri contenenti 15 ml di solo gellano o di GELYD ottenuto con idrolati di Monarda citriodora o Citrus aurantium. Sono stati condotti due tipologie di esperimenti. Nel primo caso i tasselli di carta sono stati seminati con 50 l di una sospensione caratterizzata da ceppi fungini isolati da opere cartacee (Aspergillus sydowii, Penicillium chrysogenum e Cladosporium spherospermum) e, settimanalmente, è stato valutato il segnale dell’ATP presente sui tasselli trattati e di controllo. Nel secondo caso i campioni di carta Whatman sono stati lasciati a temperatura ambiente per 7-14 e 21 gg per poi essere analizzati al settimo e al quattordicesimo giorno mediante analisi dei composti volatili eseguita con gascromatografia abbinata a spettrometria di massa (GC-MS). Mentre tutti e tre i tempi sono stati analizzati per la qualità dell’aria negli ambienti confinati mediante campionamento dei composti volatili con tecnica di preconcentrazione denominata microestrazione in fase solida (Solid Phase Microextraction-SPME). I risultati delle analisi microbiologiche mostrano come il GELYD sia in grado di abbattere la carica fungina quando posto in ambienti confinati. Mentre, i dati ottenuti dall’analisi relativa alla qualità dell’aria e ai residui sulla carta, indicano che le componenti volatili terpeniche degli idrolati sono rilevabili sin dai primi giorni di esposizione del GELYD nell’ambiente confinato; le stesse componenti non sono rilevabili sulla carta sin tanto che, per deposizione, non raggiungono una concentrazione superiore alla soglia di sensibilità dello strumento che, nel nostro caso, è raggiunto solo dopo i primi 14 giorni di esposizione. I nostri dati preliminari individuano un nuovo potenziale uso del GELYD nella prevenzione della contaminazione da biodeteriogeni del patrimonio cartaceo posto in ambienti confinati, anche se ulteriori indagini volte a valutarne la sicurezza d’uso sull’opera sono necessarie e in fase di sviluppo.
2018
Di Vito M., Bellardi M.G., Colaizzi P., Ruggiero D., Mazzuca C., Micheli M., Paolesse R., Stefanelli M., Capuano R., Mondello F., Mattarelli P., Sclocchi M.C.
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