Da alcuni anni si sta assistendo a un diffuso ripensamento delle scelte di localizzazione delle attività produttive, con un numero crescente di aziende che decidono di “rimpatriare” le produzioni precedentemente trasferite all’estero. Tale fenomeno è stato indicato con una varietà di termini, tra cui merita ricordare: “reshoring”, “back-shoring”, “backreshoring”, “in-shoring”, “on-shoring”, “reverse globalization”. A tale molteplicità di denominazioni, si è associata un’elevata varietà di definizioni, spesso uguali per termini diversi e diverse per termini uguali. In questo contributo, si preferisce utilizzare il più diffuso termine “reshoring”, identificandolo con la decisione di riportare nel Paese di origine dell’azienda attività produttive precedentemente delocalizzate in Paesi esteri, indipendentemente dal fatto che esse siano realizzate in regime di in-sourcing o out-sourcing. Tali attività produttive possono essere ricollocate in patria anche solo parzialmente, come nel caso in cui si mantiene la produzione delocalizzata per rifornire il mercato estero e quelli a esso limitrofi. Nel presente contributo si intendono approfondire le principali direttrici geografiche, in termini di Paesi in cui avviene il rientro e di Paesi “abbandonati”, nonché le principali motivazioni che spiegano questo tipo di decisioni.
FRATOCCHI, L., ANCARANI, A., BARBIERI, P., DI MAURO, C., NASSIMBENI, G., ORZES, G., et al. (2017). Tempo di reshoring manifatturiero. Direttrici geografiche e motivazioni. SISTEMI & IMPRESA, 1-2017(GENNAIO-FEBBRAIO), 36-42.
Tempo di reshoring manifatturiero. Direttrici geografiche e motivazioni
FRATOCCHI, LUCIANO;BARBIERI, PAOLO;VIGNOLI, MATTEO;ZANONI, ANDREA
2017
Abstract
Da alcuni anni si sta assistendo a un diffuso ripensamento delle scelte di localizzazione delle attività produttive, con un numero crescente di aziende che decidono di “rimpatriare” le produzioni precedentemente trasferite all’estero. Tale fenomeno è stato indicato con una varietà di termini, tra cui merita ricordare: “reshoring”, “back-shoring”, “backreshoring”, “in-shoring”, “on-shoring”, “reverse globalization”. A tale molteplicità di denominazioni, si è associata un’elevata varietà di definizioni, spesso uguali per termini diversi e diverse per termini uguali. In questo contributo, si preferisce utilizzare il più diffuso termine “reshoring”, identificandolo con la decisione di riportare nel Paese di origine dell’azienda attività produttive precedentemente delocalizzate in Paesi esteri, indipendentemente dal fatto che esse siano realizzate in regime di in-sourcing o out-sourcing. Tali attività produttive possono essere ricollocate in patria anche solo parzialmente, come nel caso in cui si mantiene la produzione delocalizzata per rifornire il mercato estero e quelli a esso limitrofi. Nel presente contributo si intendono approfondire le principali direttrici geografiche, in termini di Paesi in cui avviene il rientro e di Paesi “abbandonati”, nonché le principali motivazioni che spiegano questo tipo di decisioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.