Il metodo e l'errore. Galileo e la filologia del libro della natura

Ha scritto Gadamer che il «modello della filologia» ha avuto un «valore esemplare per il metodo scientifico». A partire da alcuni esempi ricavati da testi galileiani, in particolare dal Saggiatore (1623), l’articolo si propone di illustrare la funzione euristica dell’errore nella nuova ermeneutica galileiana del «libro della natura», che include tra le sue procedure fondamentali la verifica sperimentale, e dunque la possibilità della emendatio. Se il metodo è etimologicamente una strada, la ricerca diviene a sua volta un cammino, lungo e laborioso, nel corso del quale si può sbagliare direzione, perdersi, essere costretti a tornare indietro. Proprio la necessaria complementarità di ipotesi ed esperimento diviene così per Galileo il fulcro del metodo scientifico moderno che pone al centro la coscienza socratica della fallibilità umana e contrappone all’autorità e al dogmatismo una nuova etica della ricerca e una nuova retorica del dialogo.