La embrionale “politologia” di Sa‘di di Shiraz (m. 1291) – maturata tra gli studi teologici nella grande università religiosa “Nizamiyya” di Baghdad, le personali esperienze del suo protettore e tiranno di Shiraz, l’esilio e il terrore di Hulagu, il conquistatore di Baghdad nel 1258 – sfocia naturalmente in una teologia del potere, non diversamente in fondo da Dante, la cui compiuta teoria politica sarebbe del tutto incomprensibile senza conoscerne i presupposti filosofico-teologici e la personale dolorosa esperienza di esilio e incertezze esistenziali. Dante e Sa‘di vivono epoche di transizione, di disordini, segnate dalla inesorabile decadenza del califfato in Oriente e del papato a Occidente. Ma per Sa‘di l’ash‘arita, ossia convinto “predestinazionista”, l’oppressione (zolm) o la giustizia (‘adl) sono sempre divinamente decretate dalla insondabile volontà di Allah. Insomma per Sa‘di, e qui Dante il teorico dei “due soli” non potrebbe seguirlo fino in fondo, anche il Principe oppressore e ingiusto è comunque longa manus di Dio, così come doveva essergli apparso Hulagu, il grande Mongolo distruttore di Baghdad.
Poeti di fronte al potere: Dante e Sa'di, consiglieri del Principe / Carlo Saccone. - In: QUADERNI DI FILOLOGIA ROMANZA. - STAMPA. - 25 (2017) n.4 nuova serie:(2017), pp. 69-86.
Poeti di fronte al potere: Dante e Sa'di, consiglieri del Principe
Carlo Saccone
2017
Abstract
La embrionale “politologia” di Sa‘di di Shiraz (m. 1291) – maturata tra gli studi teologici nella grande università religiosa “Nizamiyya” di Baghdad, le personali esperienze del suo protettore e tiranno di Shiraz, l’esilio e il terrore di Hulagu, il conquistatore di Baghdad nel 1258 – sfocia naturalmente in una teologia del potere, non diversamente in fondo da Dante, la cui compiuta teoria politica sarebbe del tutto incomprensibile senza conoscerne i presupposti filosofico-teologici e la personale dolorosa esperienza di esilio e incertezze esistenziali. Dante e Sa‘di vivono epoche di transizione, di disordini, segnate dalla inesorabile decadenza del califfato in Oriente e del papato a Occidente. Ma per Sa‘di l’ash‘arita, ossia convinto “predestinazionista”, l’oppressione (zolm) o la giustizia (‘adl) sono sempre divinamente decretate dalla insondabile volontà di Allah. Insomma per Sa‘di, e qui Dante il teorico dei “due soli” non potrebbe seguirlo fino in fondo, anche il Principe oppressore e ingiusto è comunque longa manus di Dio, così come doveva essergli apparso Hulagu, il grande Mongolo distruttore di Baghdad.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.