Il contributo intende ricostruire i tratti fisiognomici del maggior umanista bolognese del Quattrocento, Filippo Beroaldo il Vecchio (1453-1505), passando in rassegna, da un lato, i due brevi ritratti per verba lasciatici dai suoi allievi-biografi (il tolosano Jean de Pins e il bolognese Bartolomeo Bianchini), dall’altro, quelli per figuras : un ritratto e una fotografia di un ritratto conservati, rispettivamente, presso la biblioteca universitaria di Bologna e la Fondazione Zeri, da raffrontarsi col busto sepolcrale nella chiesa di San Martino a Bologna. La tradizione pare risalire a due archetipi diversi, su cui agiscono da una parte la tendenza idealizzante tipica della ritrattistica del periodo e, dall’altra, il topos dei Sileni di Alcibiade (il saggio ricco interiormente ma brutto esteriormente). Il volto del Commentatore Bolognese, così, sfuma tra apologia e cliché.
I volti di Filippo Beroaldo il Vecchio tra parole e immagini. Per una prima indagine fisiognomica
Andrea Severi
2017
Abstract
Il contributo intende ricostruire i tratti fisiognomici del maggior umanista bolognese del Quattrocento, Filippo Beroaldo il Vecchio (1453-1505), passando in rassegna, da un lato, i due brevi ritratti per verba lasciatici dai suoi allievi-biografi (il tolosano Jean de Pins e il bolognese Bartolomeo Bianchini), dall’altro, quelli per figuras : un ritratto e una fotografia di un ritratto conservati, rispettivamente, presso la biblioteca universitaria di Bologna e la Fondazione Zeri, da raffrontarsi col busto sepolcrale nella chiesa di San Martino a Bologna. La tradizione pare risalire a due archetipi diversi, su cui agiscono da una parte la tendenza idealizzante tipica della ritrattistica del periodo e, dall’altra, il topos dei Sileni di Alcibiade (il saggio ricco interiormente ma brutto esteriormente). Il volto del Commentatore Bolognese, così, sfuma tra apologia e cliché.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.