Il contributo prende in esame l’ambiguità del corpo bambino disvelata dalla rappresentazione letteraria mentre nasce il personaggio d’infanzia nel secolo XIX. In ogni passaggio che ripercorra la convivenza dell’infanzia con la storia dell’educazione, delle cure pedagogiche e mediche-psichiatriche si incontrano i sintomi dell’alterità del corpo bambino, del suo misterioso potere. Di questi sintomi la letteratura e la letteratura per l’infanzia hanno raccontato il discorso dell’ambivalenza, espressa nell’inquietudine della doppiezza che incrina e frammenta l’immagine del bambino idealizzato da un alto e quella del bambino imperfetto dall’altro. La nuova concezione dell’infanzia che si fa strada nel corso dell’Ottocento ne esalta l’estraneità e la distanza dal mondo adulto, avvicinandolo alla difformità della follia. Ma i personaggi bambini, con la narrazione metaforica, trasformano quella presunta affinità in ritratti autentici di identità infantile di cui il corpo è il linguaggio.
Milena, B. (2017). Estraneità del corpo bambino: la letteratura e la letteratura per l'infanzia ritraggono l'ambivalenza di quel piccolo corpo imperfetto. ENCYCLOPAIDEIA, 21(49), 31-49 [10.6092/issn.1825-8670/7682].
Estraneità del corpo bambino: la letteratura e la letteratura per l'infanzia ritraggono l'ambivalenza di quel piccolo corpo imperfetto.
Milena Bernardi
2017
Abstract
Il contributo prende in esame l’ambiguità del corpo bambino disvelata dalla rappresentazione letteraria mentre nasce il personaggio d’infanzia nel secolo XIX. In ogni passaggio che ripercorra la convivenza dell’infanzia con la storia dell’educazione, delle cure pedagogiche e mediche-psichiatriche si incontrano i sintomi dell’alterità del corpo bambino, del suo misterioso potere. Di questi sintomi la letteratura e la letteratura per l’infanzia hanno raccontato il discorso dell’ambivalenza, espressa nell’inquietudine della doppiezza che incrina e frammenta l’immagine del bambino idealizzato da un alto e quella del bambino imperfetto dall’altro. La nuova concezione dell’infanzia che si fa strada nel corso dell’Ottocento ne esalta l’estraneità e la distanza dal mondo adulto, avvicinandolo alla difformità della follia. Ma i personaggi bambini, con la narrazione metaforica, trasformano quella presunta affinità in ritratti autentici di identità infantile di cui il corpo è il linguaggio.File | Dimensione | Formato | |
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