In questo scritto si riprende la categoria di immaginario come un insieme di pratiche di significazione e di figure proprie dell’enciclopedia di una cultura popolare, bianca e occidentale. Dialogando con il testo di Giuliani, il quale unisce e fa fruttuosamente interagire la critica femminista e postcoloniale con i Media Studies, si analizza come oggi si assista alla costruzione di un immaginario i cui contorni delineano un futuro che non sembra potersi liberare di fantasmi e rimossi che vengono da un passato spesso negato, e che sembrano retroattivamente infestare un presente di crisi e incertezze, la possibilità stessa di pensare la vita come progetto politico. Partendo dalla lettura della produzione di fiction contemporanea, si discutono dunque alcuni modi attraverso cui la nostra identità è il risultato dell’intersezione dei diversi significati e degli abiti che vengono via via attribuiti non solo al nostro genere e alle nostre disposizioni sessuali, ma anche alla nostra bianchezza o nerezza, alla nostra classe sociale o alla nostra religione. Inoltre, si approfondisce come tale ‘attribuzione’ non possa che accadere anche grazie al modo in cui, a seguire, la ‘comunità umana’ (vs mostri o alieni), quella occidentale ed europea (vs quella islamica, e contro chiunque ‘prema’ alle frontiere materiali e simboliche della ‘nostra’ cittadinanza), definiscono e ridefiniscono i propri e gli altrui confini materiali e immaginari. Per cosa ancora si può e si deve lottare? E contro chi: chi è il nemico, e perché? E come queste domande vengono rielaborate e riproposte dalla macchina sempre più trans-mediale dell’entertainment?
Demaria, C. (2015). Materie dell'immaginario: narrare le paure.. Milano : Mondadori Education.
Materie dell'immaginario: narrare le paure.
DEMARIA, CRISTINA
2015
Abstract
In questo scritto si riprende la categoria di immaginario come un insieme di pratiche di significazione e di figure proprie dell’enciclopedia di una cultura popolare, bianca e occidentale. Dialogando con il testo di Giuliani, il quale unisce e fa fruttuosamente interagire la critica femminista e postcoloniale con i Media Studies, si analizza come oggi si assista alla costruzione di un immaginario i cui contorni delineano un futuro che non sembra potersi liberare di fantasmi e rimossi che vengono da un passato spesso negato, e che sembrano retroattivamente infestare un presente di crisi e incertezze, la possibilità stessa di pensare la vita come progetto politico. Partendo dalla lettura della produzione di fiction contemporanea, si discutono dunque alcuni modi attraverso cui la nostra identità è il risultato dell’intersezione dei diversi significati e degli abiti che vengono via via attribuiti non solo al nostro genere e alle nostre disposizioni sessuali, ma anche alla nostra bianchezza o nerezza, alla nostra classe sociale o alla nostra religione. Inoltre, si approfondisce come tale ‘attribuzione’ non possa che accadere anche grazie al modo in cui, a seguire, la ‘comunità umana’ (vs mostri o alieni), quella occidentale ed europea (vs quella islamica, e contro chiunque ‘prema’ alle frontiere materiali e simboliche della ‘nostra’ cittadinanza), definiscono e ridefiniscono i propri e gli altrui confini materiali e immaginari. Per cosa ancora si può e si deve lottare? E contro chi: chi è il nemico, e perché? E come queste domande vengono rielaborate e riproposte dalla macchina sempre più trans-mediale dell’entertainment?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.