Il presente articolo approfondisce il tema dell'autotraduzione di Nancy Huston affrontandolo però da un punto di vista nuovo. Nell'articolo la scrittura bilingue della Huston è interpretata soprattutto come voce, soffio ritmico e sonoro che invita l'altro all'ascolto, chiedendo ai lettori lo sforzo di interpretare un nuovo spartito musicale, di farsi nuova voce, nella convinzione che questa interazione tra scrittrice-già traduttrice e lettori attenti alla tessitura sonora dell'opera sia la prova che "Traduire, non seulement ce n'est pas trahir, c'est un espoir pour l'huamnité"
C. Elefante (2007). Nancy Huston e l'autotraduzione: un esecizio di disciplina musicale. MATERIALI, 3, 127-133.
Nancy Huston e l'autotraduzione: un esecizio di disciplina musicale
ELEFANTE, CHIARA
2007
Abstract
Il presente articolo approfondisce il tema dell'autotraduzione di Nancy Huston affrontandolo però da un punto di vista nuovo. Nell'articolo la scrittura bilingue della Huston è interpretata soprattutto come voce, soffio ritmico e sonoro che invita l'altro all'ascolto, chiedendo ai lettori lo sforzo di interpretare un nuovo spartito musicale, di farsi nuova voce, nella convinzione che questa interazione tra scrittrice-già traduttrice e lettori attenti alla tessitura sonora dell'opera sia la prova che "Traduire, non seulement ce n'est pas trahir, c'est un espoir pour l'huamnité"I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.