In un momento storico in cui ogni territorio, soprattutto se fragile o marginale, è sottoposto a pressioni che solo cinquanta anni fa erano inimmaginabili, ci si deve muovere nell’intento di gestire la realtà odierna e offrire un nuovo scenario sapientemente costruito tra tutela e innovazione. Una strategia centrata sul corretto riuso del patrimonio edilizio radicato e la riqualificazione e valorizzazione degli spazi pubblici deve svilupparsi in un quadro di ricucitura dell’esistente che tenga conto non solo delle componenti fisiche e spaziali ma anche culturali, storiche e delle tradizioni locali. I resti di un trascorso complesso, gli elementi che ancora non sono scomparsi per sempre devono essere il punto di partenza nella ricerca di soluzioni progettuali per una riattivazione a livello locale, per i luoghi del quotidiano, come a livello mondiale, per uno scenario ormai indissolubilmente globalizzato dove sembra essere esclusa l'autosostenibilità endemica. L’isola di Lampedusa, un territorio “isolato”, estremamente fragile e votato a un turismo poco responsabile, si presta ad essere uno straordinario caso studio dove il tema dello sviluppo locale richiede di essere adattato ad una realtà extra- ordinaria, dove intervenire nei punti nevralgici danneggiati così da riattivare puntualmente le singole parti e farne degli interventi volano atti a garantire un risanamento poi complessivo di più ampio respiro. In questo caso si considera l’approfondimento sull’area della Guitgia, proponendo una trasformazione endemica della zona verso lo sviluppo di un quartiere-modello ecosostenibile in un equilibrio costante tra tecnologia, qualità dello spazio pubblico e sviluppo sociale.
Articolo "Un'opportunità per Lampedusa, studio di un quartiere eco-turistico per la riattivazione dell'isola." Atelier 11: "Progettare Green Cities". Parte degli "Atti della XVII Conferenza Nazionale Società Italiana Urbanisti, l'Urbanistica italiana nel mondo." Milano 15-16 Maggio 2014
Martina Massari
2014
Abstract
In un momento storico in cui ogni territorio, soprattutto se fragile o marginale, è sottoposto a pressioni che solo cinquanta anni fa erano inimmaginabili, ci si deve muovere nell’intento di gestire la realtà odierna e offrire un nuovo scenario sapientemente costruito tra tutela e innovazione. Una strategia centrata sul corretto riuso del patrimonio edilizio radicato e la riqualificazione e valorizzazione degli spazi pubblici deve svilupparsi in un quadro di ricucitura dell’esistente che tenga conto non solo delle componenti fisiche e spaziali ma anche culturali, storiche e delle tradizioni locali. I resti di un trascorso complesso, gli elementi che ancora non sono scomparsi per sempre devono essere il punto di partenza nella ricerca di soluzioni progettuali per una riattivazione a livello locale, per i luoghi del quotidiano, come a livello mondiale, per uno scenario ormai indissolubilmente globalizzato dove sembra essere esclusa l'autosostenibilità endemica. L’isola di Lampedusa, un territorio “isolato”, estremamente fragile e votato a un turismo poco responsabile, si presta ad essere uno straordinario caso studio dove il tema dello sviluppo locale richiede di essere adattato ad una realtà extra- ordinaria, dove intervenire nei punti nevralgici danneggiati così da riattivare puntualmente le singole parti e farne degli interventi volano atti a garantire un risanamento poi complessivo di più ampio respiro. In questo caso si considera l’approfondimento sull’area della Guitgia, proponendo una trasformazione endemica della zona verso lo sviluppo di un quartiere-modello ecosostenibile in un equilibrio costante tra tecnologia, qualità dello spazio pubblico e sviluppo sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.