La composizione del colostro è sostanzialmente diversa da quella del latte non solo dal punto di vista nutrizionale ma anche da quello immunologico essendo provvisto oltre che di componenti necessarie per il fabbisogno e lo sviluppo del vitello, anche di diverse sostanze in grado sia di conferire al neonato una immunità di tipo passivo sia di modularne il sistema immunitario quali citochine, componenti antibatteriche come lattoferritina, lisozima, lattoperossidasi, immunoglobuline e polipeptidi ricchi in prolina. In questo studio sono stati utilizzati due differenti metodologie per valutare l’effetto immunomodulatore di 11 componenti del colostro bovino: una basata sulla quantificazione di IL 2 prodotta da linfociti ibridoma-derivati, l’altra basata sulla misurazione della proliferazione di linfociti ottenuti da topi. In entrambi i modelli sperimentali i linfociti erano di tipo DO11.10, transgenici per il recettore TCR in grado di riconoscere il peptide antigenico dell'ovoalbumina (OVA323-339) esposto sul recettore di tipo MHCII (I-Ad). I risultati ottenuti per 7 componenti colostrali hanno evidenziato una buona correlazione tra le due metodiche facendo ipotizzare la possibilità di impiegare le linee cellulari come alternativa all’impiego di animali come fonte di linfociti per la valutazione dell’attività immunomodulatoria delle componenti colostrali. La ricerca ha previsto anche la valutazione dell'effetto esercitato dagli stessi prodotti colostro-derivati sul fenotipo delle cellule presentanti l'antigene (APC) ed a tal fine sono state valutate le variazioni di alcuni marker di superficie (CD 40, CD 80, CD 86 e MHC II) coinvolti nella produzione citochinica. Inoltre è stata quantificata la produzione di diverse citochine presenti nel surnatante delle cellule T poste in coltura con diverse concentrazioni di prodotti colostro derivati. I risultati di questa seconda fase di studio hanno consentito di osservare come i prodotti colostrali testati siano in grado di modulare il profilo citochinico agendo sui marker di superficie con una polarizzazione della risposta immunitaria in senso anticorpale (Th2) o, in altri casi, verso una risposta cellulo-mediata (Th1).
Bonato A., Young S., McConnel M., Wilson M, Peli A., Scagliarini A., et al. (2007). Valutazione dell'attività immunomodulatoria esercitata da componenti del colostro bovino mediante uso di modelli transgenici. BUIATRIA, 4, 97-108.
Valutazione dell'attività immunomodulatoria esercitata da componenti del colostro bovino mediante uso di modelli transgenici
BONATO, ANDREA;PELI, ANGELO;SCAGLIARINI, ALESSANDRA;SCAGLIARINI, LORENZO;
2007
Abstract
La composizione del colostro è sostanzialmente diversa da quella del latte non solo dal punto di vista nutrizionale ma anche da quello immunologico essendo provvisto oltre che di componenti necessarie per il fabbisogno e lo sviluppo del vitello, anche di diverse sostanze in grado sia di conferire al neonato una immunità di tipo passivo sia di modularne il sistema immunitario quali citochine, componenti antibatteriche come lattoferritina, lisozima, lattoperossidasi, immunoglobuline e polipeptidi ricchi in prolina. In questo studio sono stati utilizzati due differenti metodologie per valutare l’effetto immunomodulatore di 11 componenti del colostro bovino: una basata sulla quantificazione di IL 2 prodotta da linfociti ibridoma-derivati, l’altra basata sulla misurazione della proliferazione di linfociti ottenuti da topi. In entrambi i modelli sperimentali i linfociti erano di tipo DO11.10, transgenici per il recettore TCR in grado di riconoscere il peptide antigenico dell'ovoalbumina (OVA323-339) esposto sul recettore di tipo MHCII (I-Ad). I risultati ottenuti per 7 componenti colostrali hanno evidenziato una buona correlazione tra le due metodiche facendo ipotizzare la possibilità di impiegare le linee cellulari come alternativa all’impiego di animali come fonte di linfociti per la valutazione dell’attività immunomodulatoria delle componenti colostrali. La ricerca ha previsto anche la valutazione dell'effetto esercitato dagli stessi prodotti colostro-derivati sul fenotipo delle cellule presentanti l'antigene (APC) ed a tal fine sono state valutate le variazioni di alcuni marker di superficie (CD 40, CD 80, CD 86 e MHC II) coinvolti nella produzione citochinica. Inoltre è stata quantificata la produzione di diverse citochine presenti nel surnatante delle cellule T poste in coltura con diverse concentrazioni di prodotti colostro derivati. I risultati di questa seconda fase di studio hanno consentito di osservare come i prodotti colostrali testati siano in grado di modulare il profilo citochinico agendo sui marker di superficie con una polarizzazione della risposta immunitaria in senso anticorpale (Th2) o, in altri casi, verso una risposta cellulo-mediata (Th1).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.