Nel presente articolo La febbre del sabato sera (Saturday Night Fever, John Badham, 1977) viene letto come un esempio di riappropriazione pop della dance culture. Vengono considerati gli aspetti rilevanti dell’articolo di Nik Cohn a cui il film è ispirato per meglio comprendere gli slittamenti compiuti dalla pellicola rispetto alla fonte giornalistica. Nel terzo paragrafo è preso in considerazione il rapporto tra la prima e la seconda parte della narrazione in relazione alla caratterizzazione di Tony Manero (John Travolta). In particolar modo viene analizzato l’atteggiamento oscillante del film nella caratterizzazione del suo protagonista tra una posizione di critica al mondo della disco (presente soprattutto nel finale) e uno sguardo ironico di natura abbastanza assolutoria, in modo che il racconto riesca contemporaneamente a contenere una sorta di monito morale e a essere uno dei vettori principali di glamourizzazione del mondo delle discoteche. Nel quarto paragrafo vengono analizzate le tipologie del ballo e le loro conseguenze in termini di rappresentazione del corpo e riferimenti alla cultura musicale della disco. In questo caso l’accento viene messo sul fatto che le tipologie del ballo rappresentate sono abbastanza varie da consentire l’individuazione di esempi di ballo in funzione “comunitaria” o, viceversa, in funzione individualizzante e solipsista. Nel quinto paragrafo sono studiati i processi di femminilizzazione che investono il corpo di Travolta/Manero. Nelle conclusioni questi processi vengono messi in relazione al rapporto che Tony intrattiene con la seduzione, il sesso e il desiderio. Viene sottolineato il fatto che il corpo del ballerino è rappresentato come un soft body il cui carattere seduttivo risiede meno nelle risorse erotiche tradizionalmente associate alla performance sul dance floor e più nella constatazione che, sul piano della storia, il protagonista usa il ballo per mantenere una forma davvero curiosa di castità o di ciò che oggi si potrebbe chiamare sexout (sospensione del sesso).
Bisoni Claudio (2016). Saturday Night Fever: Il soft body e la mascolinità passiva del nuovo divo-ballerino. CINERGIE, 9(5), 24-33 [10.6092/issn.2280-9481/6869].
Saturday Night Fever: Il soft body e la mascolinità passiva del nuovo divo-ballerino.
BISONI, CLAUDIO
2016
Abstract
Nel presente articolo La febbre del sabato sera (Saturday Night Fever, John Badham, 1977) viene letto come un esempio di riappropriazione pop della dance culture. Vengono considerati gli aspetti rilevanti dell’articolo di Nik Cohn a cui il film è ispirato per meglio comprendere gli slittamenti compiuti dalla pellicola rispetto alla fonte giornalistica. Nel terzo paragrafo è preso in considerazione il rapporto tra la prima e la seconda parte della narrazione in relazione alla caratterizzazione di Tony Manero (John Travolta). In particolar modo viene analizzato l’atteggiamento oscillante del film nella caratterizzazione del suo protagonista tra una posizione di critica al mondo della disco (presente soprattutto nel finale) e uno sguardo ironico di natura abbastanza assolutoria, in modo che il racconto riesca contemporaneamente a contenere una sorta di monito morale e a essere uno dei vettori principali di glamourizzazione del mondo delle discoteche. Nel quarto paragrafo vengono analizzate le tipologie del ballo e le loro conseguenze in termini di rappresentazione del corpo e riferimenti alla cultura musicale della disco. In questo caso l’accento viene messo sul fatto che le tipologie del ballo rappresentate sono abbastanza varie da consentire l’individuazione di esempi di ballo in funzione “comunitaria” o, viceversa, in funzione individualizzante e solipsista. Nel quinto paragrafo sono studiati i processi di femminilizzazione che investono il corpo di Travolta/Manero. Nelle conclusioni questi processi vengono messi in relazione al rapporto che Tony intrattiene con la seduzione, il sesso e il desiderio. Viene sottolineato il fatto che il corpo del ballerino è rappresentato come un soft body il cui carattere seduttivo risiede meno nelle risorse erotiche tradizionalmente associate alla performance sul dance floor e più nella constatazione che, sul piano della storia, il protagonista usa il ballo per mantenere una forma davvero curiosa di castità o di ciò che oggi si potrebbe chiamare sexout (sospensione del sesso).File | Dimensione | Formato | |
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