Con la decisione Obergefell v. Hodges del 26 giugno 2015 la Corte suprema degli Stati Uniti d’America ha riconosciuto l’esistenza del diritto delle coppie omosessuali a contrarre matrimonio in tutti gli stati della federazione e l’obbligo per ognuno di questi ultimi di riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso regolarmente celebrato negli stati dove ciò è già possibile. La negazione per le persone omosessuali della possibilità di contrarre matrimonio violerebbe, in particolare, due clausole del XIV emendamento: il due process e l’equal protection. Il punto centrale della principale opinione dissenziente, quella del Chief Justice Roberts, è la natura politica e non giuridica della decisione assunta dalla maggioranza: essa non è frutto dell’applicazione di norme ma, secondo il giudice, “an act of will”, un atto di volontà; non è basata su “neutri principi di diritto costituzionale”, ma sull’idea dei giudici di maggioranza “di cosa la libertà sia e debba diventare”.

Chiara Bologna (2015). Corte suprema e same-sex marriage: opportuna tutela di nuovi diritti o iperattivismo giudiziario?. QUADERNI COSTITUZIONALI, 35(3), 768-771 [10.1439/80971].

Corte suprema e same-sex marriage: opportuna tutela di nuovi diritti o iperattivismo giudiziario?

BOLOGNA, CHIARA
2015

Abstract

Con la decisione Obergefell v. Hodges del 26 giugno 2015 la Corte suprema degli Stati Uniti d’America ha riconosciuto l’esistenza del diritto delle coppie omosessuali a contrarre matrimonio in tutti gli stati della federazione e l’obbligo per ognuno di questi ultimi di riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso regolarmente celebrato negli stati dove ciò è già possibile. La negazione per le persone omosessuali della possibilità di contrarre matrimonio violerebbe, in particolare, due clausole del XIV emendamento: il due process e l’equal protection. Il punto centrale della principale opinione dissenziente, quella del Chief Justice Roberts, è la natura politica e non giuridica della decisione assunta dalla maggioranza: essa non è frutto dell’applicazione di norme ma, secondo il giudice, “an act of will”, un atto di volontà; non è basata su “neutri principi di diritto costituzionale”, ma sull’idea dei giudici di maggioranza “di cosa la libertà sia e debba diventare”.
2015
Chiara Bologna (2015). Corte suprema e same-sex marriage: opportuna tutela di nuovi diritti o iperattivismo giudiziario?. QUADERNI COSTITUZIONALI, 35(3), 768-771 [10.1439/80971].
Chiara Bologna
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