La steatosi epatica non alcolica [Nonalcoholic Fatty Liver Disease (NAFLD)] è attualmente la più comune epatopatia nei paesi occidentali con prevalenza in costante aumento. Essa rappresenta uno spettro di epatopatie comprendenti la steatosi semplice e la steatoepatite [Non alcoholic Steatohepatitis (NASH)] con possibile evoluzione verso la fibrosi epatica, cirrosi ed epatocarcinoma. L’associazione clinica con le malattie metaboliche, soprattutto nelle NAFLD più aggressive, suggerisce un ruolo eziopatogenetico dell’insulino- resistenza. La prognosi dipende dal grado di fibrosi e necroinfiammazione; i pazienti con statosi semplice sembrano essere scarsamente evolutivi, mentre la NASH con o senza fibrosi, identifica un gruppo di pazienti a rischio di evoluzione del danno epatico. I test di laboratorio e le metodiche di immagine non consentono né la differenziazione tra steatosi pura e NASH, né la stadiazione della patologia epatica. Si rende quindi indispensabile la biopsia epatica, il cui impiego razionale è guidato dal rischio di danno epatico severo. La modificazione dello stile di vita finalizzata alla correzione della sedentarietà e dell’obesità viscerale è da considerarsi tutt’oggi il principale strumento di prevenzione e trattamento della NAFLD. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, sebbene esistano evidenze sull’utilità di diversi agenti in piccoli gruppi di pazienti, la mancanza di studi randomizzati controllati sufficientemente numerosi e di sufficiente durata, basati su rilievi istologici, rende oggi difficile fornire raccomandazioni terapeutiche definitive.
R. Manini, S. Moscatiello, V. Ridolfi, G. Marchesini Reggiani (2007). Steatosi epatica non alcolica: un aspetto emergente della sindrome metabolica. L'ENDOCRINOLOGO, 8, 136-143.
Steatosi epatica non alcolica: un aspetto emergente della sindrome metabolica
MOSCATIELLO, SIMONA;MARCHESINI REGGIANI, GIULIO
2007
Abstract
La steatosi epatica non alcolica [Nonalcoholic Fatty Liver Disease (NAFLD)] è attualmente la più comune epatopatia nei paesi occidentali con prevalenza in costante aumento. Essa rappresenta uno spettro di epatopatie comprendenti la steatosi semplice e la steatoepatite [Non alcoholic Steatohepatitis (NASH)] con possibile evoluzione verso la fibrosi epatica, cirrosi ed epatocarcinoma. L’associazione clinica con le malattie metaboliche, soprattutto nelle NAFLD più aggressive, suggerisce un ruolo eziopatogenetico dell’insulino- resistenza. La prognosi dipende dal grado di fibrosi e necroinfiammazione; i pazienti con statosi semplice sembrano essere scarsamente evolutivi, mentre la NASH con o senza fibrosi, identifica un gruppo di pazienti a rischio di evoluzione del danno epatico. I test di laboratorio e le metodiche di immagine non consentono né la differenziazione tra steatosi pura e NASH, né la stadiazione della patologia epatica. Si rende quindi indispensabile la biopsia epatica, il cui impiego razionale è guidato dal rischio di danno epatico severo. La modificazione dello stile di vita finalizzata alla correzione della sedentarietà e dell’obesità viscerale è da considerarsi tutt’oggi il principale strumento di prevenzione e trattamento della NAFLD. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, sebbene esistano evidenze sull’utilità di diversi agenti in piccoli gruppi di pazienti, la mancanza di studi randomizzati controllati sufficientemente numerosi e di sufficiente durata, basati su rilievi istologici, rende oggi difficile fornire raccomandazioni terapeutiche definitive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.