L'articolo si propone di compiere un breve itinerario sui significati assunti dall'immagine della luna in alcune raccolte cinquecentesche di emblemi ed imprese. La presenza, non indifferente, di immagini lunari in questo fortunatissimo genere letterario risulta legata a suggestioni di tipo sapienziale, con un continuo riferimento a speculazioni ermetiche antichissime perdurate nel tempo e testimoniate con precisione dai fondamentali Hieroglyphica di Pierio Valeriano (Basilea, 1556). L'analisi prende piede dall'emblema Inanis impetus, del Liber Emblematum di Andrea Alciato (presente per la prima volta nell'edizione veneziana del 1546) in cui la luna, accostata al latrato di un cane, si configura come una proverbiale fonte di inganno per gli stolti. L'indagine prosegue verso le interessanti valenze simbolico-astronomiche che sottostanno agli stemmi del Dialogo dell'imprese militari e amorose di Paolo Giovio (Roma, 1555). Le raffigurazioni di questi due autori fecero scuola per altri compilatori di libri di emblemi (Guillaume de La Perrière, Giovanni Sambuco, Théodore de Bèze), caricandosi però di nuovi significati. Si giunge infine agli emblemi lunari della poesia ermetica di Maurice Scève che con Délie, objet de plus haute vertu (Lione, 1544) dà vita ad un'erudita composizione amoroso-allegorica in cui il simbolo è parte integrante del linguaggio poetico.

Le lune degli emblemi e delle imprese: un breve viaggio simbolico

VENTURA, GIACOMO
2014

Abstract

L'articolo si propone di compiere un breve itinerario sui significati assunti dall'immagine della luna in alcune raccolte cinquecentesche di emblemi ed imprese. La presenza, non indifferente, di immagini lunari in questo fortunatissimo genere letterario risulta legata a suggestioni di tipo sapienziale, con un continuo riferimento a speculazioni ermetiche antichissime perdurate nel tempo e testimoniate con precisione dai fondamentali Hieroglyphica di Pierio Valeriano (Basilea, 1556). L'analisi prende piede dall'emblema Inanis impetus, del Liber Emblematum di Andrea Alciato (presente per la prima volta nell'edizione veneziana del 1546) in cui la luna, accostata al latrato di un cane, si configura come una proverbiale fonte di inganno per gli stolti. L'indagine prosegue verso le interessanti valenze simbolico-astronomiche che sottostanno agli stemmi del Dialogo dell'imprese militari e amorose di Paolo Giovio (Roma, 1555). Le raffigurazioni di questi due autori fecero scuola per altri compilatori di libri di emblemi (Guillaume de La Perrière, Giovanni Sambuco, Théodore de Bèze), caricandosi però di nuovi significati. Si giunge infine agli emblemi lunari della poesia ermetica di Maurice Scève che con Délie, objet de plus haute vertu (Lione, 1544) dà vita ad un'erudita composizione amoroso-allegorica in cui il simbolo è parte integrante del linguaggio poetico.
2014
Ventura, Giacomo
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