Il saggio ricostruisce la presenza delle questioni di politica estera e imperiale nelle campagne elettorali britanniche degli anni Venti-Trenta. Anni che dal punto di vista degli equilibri geostrategici costituirono per gli inglesi una fase di «interludio» tra l’epoca della Greater Britain vittoriana e quella, successiva alla Seconda Guerra mondiale, del declino definitivo del loro primato economico, militare e internazionale. I foreign affairs continuarono comunque ad esercitare un forte fascino agli occhi dell’opinione pubblica e tutti i partiti li utilizzarono nella retorica dello scontro politico e nelle pratiche di legittimazione/delegittimazione dell’operato dei governi. A cambiare, in parte, rispetto alla golden age vittoriana fu la rappresentazione che si dava del ruolo della Gran Bretagna nel mondo e dei rapporti con le colonie. Ma l’orgoglio della greatness britannica era tutt’altro che svanito e continuò a costituire uno straordinario capitale politico nella dialettica oppositiva delle campagne elettorali.
Giulia, G. (2015). La pace, le colonie, il mondo. Le relazioni internazionali nella propaganda elettorale inglese degli anni Venti-Trenta. EUNOMIA, IV-2015(1), 47-87 [10.1285/i22808949a4n1p47].
La pace, le colonie, il mondo. Le relazioni internazionali nella propaganda elettorale inglese degli anni Venti-Trenta
GUAZZALOCA, GIULIA
2015
Abstract
Il saggio ricostruisce la presenza delle questioni di politica estera e imperiale nelle campagne elettorali britanniche degli anni Venti-Trenta. Anni che dal punto di vista degli equilibri geostrategici costituirono per gli inglesi una fase di «interludio» tra l’epoca della Greater Britain vittoriana e quella, successiva alla Seconda Guerra mondiale, del declino definitivo del loro primato economico, militare e internazionale. I foreign affairs continuarono comunque ad esercitare un forte fascino agli occhi dell’opinione pubblica e tutti i partiti li utilizzarono nella retorica dello scontro politico e nelle pratiche di legittimazione/delegittimazione dell’operato dei governi. A cambiare, in parte, rispetto alla golden age vittoriana fu la rappresentazione che si dava del ruolo della Gran Bretagna nel mondo e dei rapporti con le colonie. Ma l’orgoglio della greatness britannica era tutt’altro che svanito e continuò a costituire uno straordinario capitale politico nella dialettica oppositiva delle campagne elettorali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.